Moretti, siamo arrivati al capolinea

Sconfitte pesanti in serie e situazione che pare irreversibile: la sostituzione del coach è quasi certa

L’avventura di Paolo Moretti sulla panchina della Pallacanestro Varese sembra ormai arrivata al capolinea.
Si fanno sempre più insistenti infatti le voci di un consiglio di amministrazione di piazza Monte Grappa universalmente orientato verso la sostituzione dell’allenatore toscano. Decisive saranno le prossime ore, ma – con la squadra impegnata domani sul parquet del Paok – nessun cambio ufficiale avverrà prima della giornata di giovedì. Il successore sul “pino” biancorosso? I nomi sono quelli di sempre: Caja, Recalcati, Crespi.

La “fatal” Trento? Vero, ma solo fino a un certo punto. L’ennesima partita persa malamente tra campionato e coppa (il tassametro, da fine ottobre, non si è mai fermato: siamo a sedici sconfitte su 23 partite ufficiali – 8 in coppa e 8 in campionato – con dodici insuccessi nelle ultime quindici uscite) è stata semplicemente l’ultima conferma di una situazione ormai sotto gli occhi di tutti, anche della società, una situazione pericolosa e scivolosa che si sta incancrenendo verso l’irreversibilità. La gara contro la Dolomiti Energia, seppur non facile (ma non certo proibitiva, viste le condizioni degli avversari e il loro ruolino di marcia) era l’ennesima occasione da non buttare via, uno snodo fondamentale per non abbandonare le speranze di Final Eight o comunque per allontanarsi dall’ultima piazza della classifica.

Varese è stata invece ancora una volta uguale, troppo uguale, a se stessa: “solito” parziale incassato a complicare immediatamente il piano partita, dose di mordente ben al di sotto dell’accettabile, reazione tardiva, spaesamento dei giocatori, problemi tecnici conclamati. Trento è stata la trama di un film visto e rivisto la cui stucchevole ripetizione non può non essere addebitata anche (e soprattutto) a chi siede in panchina, evidentemente non in grado (o non più in grado) di agire in modo proficuo per cambiare l’efficacia di quanto prodotto dai suoi giocatori in campo. Lo “dice” l’unica cosa che conta: l’evidenza dei risultati da lui ottenuti.

Si è provato fino all’ultimo a salvare l’allenatore portato a Varese l’estate scorsa dall’ex presidente Stefano Coppa e “sposato” – come uno dei cardini principali del progetto – anche dal nuovo corso di piazza Monte Grappa. Ogni atleta che attualmente veste la casacca biancorossa è stato scelto dal coach aretino, accontentato anche nel cambio tra i Johnson (Melvin e Dominique: ma non si vede come anche un giocatore valido come il neo arrivato possa inserirsi in un contesto di squadra che in tre mesi non ha saputo mostrare il ben che minimo progresso sul piano del gioco e dell’identità. Assuefacendosi – ed è l’aspetto più grave – non solo a perdere, ma a prendere sonore imbarcate)

Alle porte (sarà il 27 dicembre) c’è Venezia, poi si andrà a Cremona (2 gennaio) contro l’ultima in graduatoria. Una sfida cui si dovrà arrivare pronti per non spalancare le porte del baratro: nascerebbe da qui la decisione della società di non avvalersi più di dei servigi dell’ex guida di Pistoia.
Una decisione che, se confermata nelle prossime ore (anche chi ha strenuamente difeso Moretti sembra ormai convinto… Peraltro tifosi, arrivati alla saturazione, sponsor e consorziati –

quasi tutto l’ambiente, quindi – lo hanno già “scaricato” ), avrà dei tempi tecnici di esecuzione. C’è la Champions da giocare (e pare molto difficile che un eventuale risultato positivo conquistato a Salonicco possa salvare la posizione di chi è in bilico e non da oggi…) e il coach partirà per la Grecia. E poi c’è una transazione da affrontare che non pare missione scontata. Paolo Moretti, a giugno 2015, ha firmato un contratto triennale con la Pallacanestro Varese, con uscita per entrambe le parti, esercitabile tramite buyout, al termine del secondo anno: il classico “2+1” A meno di un passo indietro dell’interessato, che non pare tuttavia nell’aria, o di un accordo, Varese dovrà corrispondere al suo ex allenatore lo stipendio per i mesi restanti della stagione 2016/2017 più appunto il buyout di cui sopra.

Capitolo sostituto. Un “nome” vero ancora non c’è, ma alcuni indizi portano ad Attilio Caja, la firma della salvezza varesina di due anni fa malamente cacciato da Coppa poco dopo averla ottenuta, proprio per puntare su Moretti. Caja, oltretutto, conosce bene Maynor ed Eyenga, che con lui hanno dimostrato di essere coppia di stranieri di buon livello per la nostra serie A.
Ma Caja non è l’unico appunto sul taccuino: piste tiepide (pronte a riscaldarsi o a raffreddarsi definitivamente) sono anche quelle che porterebbero a un “Recalcati ter” o a Marco Crespi.