Non toccate la nostra storia. Ma quell’auto ci fa paura

Il commento di Francesco Caielli

Per lo zio Sep, quello con la Tre Valli era un appuntamento fisso, uno di quelli che proprio non si poteva saltare. Si metteva lì a bordo strada, seduto dietro a a un tavolino con l’elenco dei partenti, un ombrellone a ripararlo dal sole o dalla pioggia. Sempre, ogni anno, fino alla fine. Un paio d’ore prima del passaggio del gruppo, diceva alla zia Pina “Vò a vidè i Tre Val”, e non rientrava finché l’ultimo dei corridori non era passato. Per noi la Tre Valli è sempre stato questo, e questo sempre sarà: una fetta della nostra storia, un momento del nostro passato che ciclicamente si ripresenta, un ricordo che non morirà mai. Come facciamo a non volerle bene?

Ecco, ecco cosa ci viene da rispondere ogni volta che sentiamo qualcuno che si lamenta, a quelli che «Ma non si può fare di domenica?» (no, testoni: la domenica si possono correre solo le gare del World Tour), a quelli che «Ma è possibile chiudere una città per una corsa?» (non solo è possibile, è bellissimo). Non riusciamo a immaginarci una Varese senza la sua Tre Valli, sarebbe un po’ come buttar giù il Bernascone o cancellare d’un colpo solo Sacro Monte e Campo dei Fiori. Ecco perché siamo grati, sinceramente grati, dannatamente grati a chi continua a organizzare questa corsa, nonostante tutto e nonostante tutti.

Una corsa splendida, che davvero si meriterebbe di entrare nel circuito delle corse che contano (così si correrà la domenica: cosa si inventeranno poi i brontoloni?). Ecco perché siamo felici per lo spettacolo andato in scena ieri ed ecco perché allo stesso tempo siamo dispiaciuti.

No, non si può minimizzare: con quell’auto piombata sul gruppo lanciato a tutta velocità nella discesa di via Valle Luna si è sfiorata la tragedia. Non voltiamo la testa da un’altra parte: quello che è successo, non sarebbe dovuto succedere. Un fatto gravissimo, che speriamo non vada a macchiare la bravura e l’impegno di chi da anni si sbatte per organizzare la nostra Tre Valli, e che non merita di pagare per colpe di altri.