«Oggi c’è una Pro ancora più forte. Prima la Lega Pro poi voliamo in B»

Dopo il Lecco fa festa anche Roberto Centenaro, storico presidente del Pro Patria Club

In casa Pro Patria si festeggia per la vittoria all’esordio contro il Lecco. Lo fanno i giocatori, lo fa la società, lo fanno i tifosi con lo storico presidente del Pro Patria Club Roberto Centenaro che ci ha raccontato il punto di vista di chi la Pro Patria la segue da anni con passione e dedizione.


Bellissima, era da tempo che non ci si divertiva così. Anche l’anno scorso abbiamo visto partite dove abbiamo vinto senza però uscire soddisfatti, era come se mancasse sempre qualcosa. Qui invece si vede qualcosa di sostanzioso. Non sono legato al risultato in sè e per sè, ma ho visto tanta sostanza, sostanza che porta speranza per la partita successiva. Buona la prima dai.


C’è della sostanza nei giocatori, questa è una squadra più forte rispetto a quella dell’anno scorso, anche fisicamente. Nella passata stagione, per quanto tecnici, fisicamente mancavamo. E poi davanti abbiamo Le Noci e Santana che è una cosa incredibile, se ogni partita gioca così siamo già promossi, ne sono certo. Ma è impossibile fare tutto il campionato a questo livello. L’ho visto contrastare in difesa, ho visto uno Zaro migliorato, giudicare l’allenatore adesso è prematuro; credo abbia una rosa con cui ottenere i risultati.


Si è sempre parlato di un programma biennale, siamo al secondo anno. Credo sia inutile nascondersi o fare scaramanzie: dicendo che parlare di promozione diretta porti male e non va detto. Parliamoci chiaro, la Pro Patria deve andare quanto meno in Lega Pro e farci sognare un ritorno in Serie B.

Quando sogno non sogno a metà, io sogno la serie B non la Lega Pro. Al di là delle aspirazioni della tifoseria però la promozione è un risultato che dobbiamo raggiungere anche per la Presidente: si è sacrificata, è il terzo anno che ci mette di tutto e di più, anche stavolta ha fatto uno sforzo notevole, non credo che certi giocatori siano venuti qui così. È il suo sogno, al di là del nostro, i presupposti ci sono, l’importante è non montarsi la testa perchè hai vinto una partita, se le cose fra due o tre gare vanno male poi iniziano le contestazioni. Dobbiamo fare un bagno di umiltà e cercare di stare vicino alla squadra.


Abbiamo una Presidente di Busto Arsizio, una che ci mette cuore e anima. È chiaro che i risultati li dà il campo, ma noi dobbiamo stare vicino a loro. L’anno scorso magari qualcuno se la prendeva comoda, ma quelli che sono rimasti credo vogliano dare tutto per la maglia. Sappiamo che vince uno solo, ma se un giocatore va in campo e non dà tutto quel che può è chiaro che nascono le contestazioni, ma per ottenere il risultato finale importante tutti devono far la loro parte: la Società l’ha fatto, i giocatori in campo lo devono fare e chi non ce la fa alza la mano, abbiamo una panchina lunga. A quel punto anche noi tifosi dobbiamo fare la nostra parte e capire che anche se i risultati dovessero mancare, noi dobbiamo esserci comunque. Per arrivare primi deve funzionare tutto, tutti devono fare la loro parte.