«Ora alziamo la nostra asticella»

Attilio Caja alla vigilia della partita contro Capo d’Orlando: «Squadra temibile, quarta non per caso»

«Dopo la partita di domenica scorsa, l’asticella si alza ancora. Ancora di più». Non fa una grinza e non si tratta solo della qualità degli avversari: il percorso è sempre stato, è e sarà varesino. Contro i propri limiti più che contro l’altro da sè.

Pistoia è valsa l’abbaglio di una speranza, Avellino a piazzare il colpo che scompagina le carte, Pesaro a mettere a segno un punto importante nella battaglia salvezza, Brescia a corroborare il concetto di rinascita con una partita di purissima sostanza. Cosa sarà Capo d’Orlando?

Se lo chiede anche coach Attilio Caja, nella lunga vigilia che precede l’appuntamento con i siciliani di Di Carlo. Quarti in classifica: «Dopo una vittoria importantissima come quella contro la Leonessa – esordisce il coach in conferenza stampa – ci aspetta un impegno davvero tosto. Capo è 4° in classifica e lo è dopo 23 partite: non c’è nulla di casuale nella posizione che occupa. È una squadra di qualità e sta facendo davvero bene».

La disamina degli avversari è lunga e articolata: «Si parta da un grande giocatore come Drake Diener, che a Capo d’Orlando – come, del resto, ovunque abbia giocato – si è dimostrato capace di innalzare il livello dei compagni. Vicino a lui c’è una seconda punta come Dominique Archie, altra costante di una formazione che ha cambiato volto. Archie è molto versatile, ha una doppia dimensione: interna, perchè può far male in avvicinamento a canestro, ed esterna, con un tiro da fuori che dovremo obbligatoriamente tenere d’occhio. Accanto a loro c’è un gruppo di giocatori emergenti e molto interessanti».

Quali? «In primis Ivanovic, il sostituto di Fitipaldo, che sta dimostrando di avere grandi qualità offensive e fiuto per il canestro: è un realizzatore e sa tirare anche da molto lontano. Poi c’è Tepic, che non è un terminale d’attacco vero e proprio ma è molto bravo a coinvolgere i compagni. Non dimentico nemmeno atleti come Laquintana, Delas, Stojanovic e Iannuzzi, tutte pedine che sono state in grado di crescere molto nell’arco della stagione». Su Iannuzzi,

l’Artiglio spende qualche parola di più: «Lo allenai 5 anni fa nella nazionale sperimentale e mi stupì del fatto che non avesse ancora avuto la possibilità di giocare in serie A. Proprio 2 anni fa, quando ero qui a Varese, parlai di lui con Max Ferraiuolo: “Vai a vederlo ad Omegna – gli dissi – perchè è molto interessante e ne vale la pena». Il coach non lo dice, ma se pochi mesi dopo fosse stato confermato sulla panchina biancorossa, l’ala classe 1991 (208 cm) avrebbe potuto essere uno degli obiettivi di mercato.

Tornando al qui e ora, la somma fa un avversario difficile, «da affrontare con una grande attenzione difensiva, rimanendo sempre concentrati su tutte le loro molte opzioni. Dall’altra parte del campo, invece, dovremo essere pronti ad attaccare le diverse difese che ci troveremo davanti».