Papini a Landini: «Tu rubi palla, io la difendo»

Inizia la battaglia di Spartaco. Dopo il dolore c’è la gioia

Quando Silvio Papini, ieri mattina fuori dall’ingresso principale dell’ospedale Niguarda, si sente dire al telefono un’indimenticabile frase da Spartaco Landini, capisce come andrà a finire e può portarsi dietro fino al campo, o forse per sempre, quell’ineguagliabile sorriso che gli si allunga fino ai piedi e coinvolge chiunque gli passi vicino.

La frase è questa: «Da quando sono qui almeno ho tempo di guardate tutte le partite su Sky, ma quella che mi interessa la giocheremo io e te assieme un giovedì sul campetto dello stadio». E Silvio, come avesse ricevuto una frustata di vita nel petto: «Tu rubi palla come hai sempre fatto, poi la dai a me che la metto in banca».

A quel punto avreste dovuto vedere illuminarsi il bellissimo volto di Giovanna, da 46 anni – e chissà per quanti altri ancora – accanto al suo Spartaco: era come se l’abbraccio di Papini al direttore (il suo “ninin”) stesse allungandosi anche alla moglie. «Adesso avete due partite importanti in casa contro il Vicenza e l’Entella», ha aggiunto lei, proprio come avrebbe detto lui, un unico cuore che parlava con le stesse parole. «Mio marito ha trovato un’altra bella famiglia», e magari finché non sarà lui stesso a tornare in panchina, sarebbe bello che sia tu a sederti in tribuna in mezzo a noi, la sua (tua) seconda famiglia, a partire da sabato, naturalmente se il direttore e i suoi “impegni” te lo permetteranno, carissima Giovanna.

Da oggi inizia per voi – e per noi che pensiamo a voi – la settimana più importante e la partita entra nel vivo, ma i medici dicono di avere a che fare «con una persona che dimostra vent’anni in meno, come forza e spirito» (lo dice anche il sorriso di Papini, se vi capiterà d’incrociarlo), quindi da Spartaco ci aspettiamo l’ennesima “palla rubata” al nemico. Poi ci penserà Silvio, e il suo Varese, a metterla in cassaforte.

«La squadra ti aspetta e io sono qui per dirtelo» ha aggiunto Papini al direttore prima di consegnare a Giovanna un plico di giornali locali da consegnargli perché sapesse tutto del Varese e un regalo simbolico del dottor Clerici (una vecchia foto del fratello Fausto Landini con la maglia della Roma).

La squadra ti aspetta, Spartaco, e non si accontenta di aver pareggiato ad Avellino tra mille difficoltà (siamo uguali anche in questo).

Non si accontenta perché, qualunque cosa succeda nei prossimi giorni di durissima battaglia, saprà che alle 15 di sabato un televisore s’accenderà dietro i muri spessi del Niguarda. Un cuore batterà davanti alla partita del Varese e farà così rumore da farsi sentire fino al Franco Ossola.

Il cuore, qui, ha sempre vinto. Quando giochiamo per gli altri siamo i migliori. E quando decidiamo di spendere un miracolo, lo facciamo per le persone come Spartaco Landini.

Diceva Sean Sogliano: «Per noi del Varese sono sempre lacrime di dolore e poi di gioia». Mai frase fu più vera.