Pazzesco Dumoulin. Crono da urlo e maglia rosa

La farfalla di Maastricht in volo da Foligno a Montefalco. Secondo Thomas, male Quintana, Nibali c’è

La sua vittoria era prevedibile, di certo non con queste proporzioni. Tom Dumoulin ha spazzato via la concorrenza sui 39,8 chilometri a cronometro da Foligno a Montefalco, omaggio al vino Sagrantino, ed è tornato a vestire la maglia rosa, dopo i sei giorni inaugurali del Giro d’Italia dell’anno scorso che partì dalla sua Olanda.

Il volo della “Farfalla di Maastricht” – così viene soprannominato anche per la sua straordinaria eleganza in bicicletta – si è chiuso in 50’37”, 39,8 chilometri percorsi con una media di 47,178 km/h. Al secondo posto a 49” da Dumoulin si è piazzato un grandissimo Geraint Thomas, che ha reagito da campione, con la scorza dura tipica dei gallesi, alla caduta del Blockhaus che sembrava averlo tolto dai papabili alla vittoria finale.

Al terzo posto, a 56”, Bob Jungels, che riesce a mettere da parte la brutta prestazione di domenica in salita e a rilanciarsi in classifica generale, tornando anche a vestire la maglia bianca di miglior giovane. Crolla invece Nairo Quintana, che è costretto a cedere la maglia rosa (si poteva prevedere) ma riesce per una questione di secondi a difendere la seconda posizione. Il colombiano paga 2’53” da Dumoulin ed è il peggiore tra gli uomini di classifica. Tra loro, la giornata sorride parzialmente a Vincenzo Nibali, che chiude sesto a 2’07” dall’olandese volante e riesce a colmare buona parte del gap su Quintana, Mollema e Pinot.

Ora però il Giro dovrà fare i conti con Dumoulin, che già aveva stupito sul Blockhaus lasciandosi alle spalle tanti scalatori puri, e che ora guida la classifica con un margine considerevole su Quintana, ben 2’23”. Arriveranno le montagne, le salite e probabilmente Dumoulin soffrirà, però potrà essere protagonista fino a Milano. Va infatti considerato che il Giro si chiuderà con una cronometro di 28 chilometri dall’Autodromo di Monza fino a Milano e, se questi sono i valori nelle prove contro il tempo, l’olandese andrà staccato di parecchio per poter essere tranquilli. Ingiudicabili Edward Ravasi e di Eugenio Alafaci, per cui la crono rappresentava una sorta di “secondo giorno di riposo” in vista delle tappe che verranno.

Oggi la questione si fa interessante: si va da Firenze (Ponte a Ema, paese natale di Gino Bartali) fino a Bagno di Romagna: 161 chilometri e quattro valichi appenninici da superare, il Passo della Consuma, il Passo della Calla, il Passo del Carnaio ed il Monte Fumaiolo.