Per ora è baby Pro, ma almeno è viva. «La realtà va accettata. Daremo tutto»

Raduno alle 8.30 del mattino per i 27 tigrotti al via della serie D: tanti Berretti più Zaro e Vernocchi. Presente un pugno di tifosi. Il ds Merlin: «A Biella all’inizio erano 150, poi sono diventati 5mila»

BUSTO ARSIZIO – Il clima non era certo quello delle grandi occasioni. Non che ci aspettassimo adunate oceaniche, s’intende, tantomeno alle 8.30 del mattino. Ma sale comunque un po’ di malinconia nel vedere non più di quattro/cinque tifosi al raduno della Pro Patria, ritrovatasi ieri allo “Speroni” per iniziare la preparazione in vista del prossimo campionato di Serie D. Tant’è, a certi colpi d’occhio non esattamente da “sold out” bisognerà pure abituarsi, se è vero che, come ha detto il nuovo direttore sportivo , «ragionando sulla campagna abbonamenti, dobbiamo valutare se tenere aperto tutto lo stadio o meno: aprire tutti i settori sarebbe troppo dispersivo».

L’avventura dei tigrotti in Serie D è iniziata ieri con un raduno insolitamente mattiniero, seguito dalla prima leggera sgambata stagionale. Sono attualmente 27 i giocatori a disposizione del nuovo mister , ma la rosa – va da sé – sarà scremata e completata nelle prossime settimane. Volti noti? Beh, uno solo, quello del difensore , unico superstite della passata stagione. L’altro ragazzo già conosciuto dai tifosi bustocchi è l’attaccante , che però ieri mattina era assente giustificato per un malessere temporaneo. La truppa biancoblù (al momento formata in gran parte da ragazzi della Berretti) si allenerà allo “Speroni” sicuramente fino a domenica, poi potrebbe emigrare ad Arona (sono in corso colloqui in queste ore). Per il momento l’unica amichevole in agenda è quella del 13 agosto a Sesto Calende con la Sestese (ore 17).

«L’obiettivo è quello di disputare un campionato tranquillo, cercando di lanciare qualche giovane da mandare in Lega Pro – spiega il giovane d.s. Merlin, l’anno scorso alla Novese – In questo momento nessuno di questi 27 giocatori ha una situazione contrattuale definita. La priorità, ora, è individuare un gruppo di giovani sui quali fare affidamento. In Serie D la base della squadra è costituita dai giovani, questo è certo: perciò prima dobbiamo capire su quali ragazzi possiamo puntare.

Poi penseremo al resto dell’organico». Nel “resto” c’è anche qualche ex della scorsa stagione come e ? «Non si può escludere, ma ora il discorso sarebbe prematuro: prima pensiamo ai giovani» ribadisce Merlin, perfettamente consapevole del fatto che in questo momento la piazza di Busto non trabocchi di entusiasmo: «Ho vissuto una situazione simile a Biella, ma nel corso della stagione le cose sono cambiate: siamo partiti con 150 spettatori e abbiamo finito con 5.000. L’unica cosa che chiedo ai tifosi è di starci vicini: non mi piacciono le guerre, preferisco l’unità di intenti. La squadra dovrà lottare su ogni pallone, dare sempre battaglia, così come vuole la piazza di Busto. L’obiettivo è disputare una stagione serena, lanciare dei giovani. Per vincere il campionato bisogna spendere tanti soldi, cosa che in questo momento non si può fare. Ma sono convinto che, anche grazie a mister Tomasoni (che volevo già a Novi) possiamo disputare un buon campionato». Il dirigente è motivatissimo: «Darò il 120%. Quanto starò qui? Il progetto è a lungo termine, anche se non ci sono accordi definiti sulla durata. Non è vero che io e il mister abbiamo contratti biennali: in Serie D non si può fare».

Già, il mister. Anche lui è carico e determinato: «Questo è un ambiente stimolante – rimarca Paolo Tomasoni – Stiamo creando i presupposti per fare bene, ma serve tempo, abbiamo cominciato a costruire la squadra solo da una settimana. Il direttore lavora 20 ore al giorno per allestire un organico in grado di fare bella figura in un campionato difficilissimo, soprattutto nel girone B. Abbiamo iniziato un cambiamento di rotta complessivo». Quanta pazienza servirà ai tifosi? «Dico solo che bisogna guardare in faccia la realtà e aspettare a trarre giudizi affrettati. Quando ero qui ad allenare gli allievi, in prima squadra c’era . Vi ricordate quante critiche ricevette dopo le prime partite? Poi senza penalizzazioni avrebbe vinto il campionato. Insomma, aspettate un po’ prima di giudicarci». Riguardo al modulo, Tomasoni non ha dogmi: «L’obiettivo primario è far rendere i giocatori al meglio: non mi fossilizzo sui moduli, non sono così importanti». Sono fondamentali altri aspetti: «Bisogna dare tutto, dare il massimo, sempre. Lo stadio pieno dobbiamo meritarcelo».