Polanc scappa e arriva in cima all’Etna da solo. In rosa va Jungels

Lo sloveno in fuga dal chilometro due fino al traguardo. Intanto c’è il quarto padrone in quattro tappe

L’Etna ha partorito il topolino. Nel primo arrivo in salita, i big si annullano e aprono la strada all’impresa di Jan Polanc, sloveno compagno di squadra di Edward Ravasi alla UAE Fly Emirates, che parte in fuga al chilometro due di gara ed arriva in solitaria al Rifugio Sapienza.

Braccia alzate per Polanc, che sorprende tutti e raccoglie il secondo successo della sua carriera al Giro, dopo quello nel 2015 in cima all’Abetone. Gli uomini di classifica si sono guardati per tutta la salita e solo in due hanno provato a scuotere l’equilibrio: il primo è stato Vincenzo Nibali, che è scattato sotto lo striscione dei tre chilometri al traguardo, ma il suo è sembrato più che altro un attacco per saggiare la condizione degli avversari, che hanno subito risposto.

Nel finale, con successo, si è mosso Ilnur Zakarin che alle pendici del vulcano era anche finito a terra, e che aveva 20’’ da recuperare sui diretti avversari: missione compiuta, anticipando il gruppo di 10’’ e trovando l’abbuono di 10’’ come secondo classificato. Alla fine di questa giornata, come previsto, cambia ancora la maglia rosa: il nuovo leader è il lussemburghese Bob Jungels, che torna a vestirsi di rosa; ci era già riuscito l’anno scorso alla 10a tappa, a Sestola, mantenendo il vessillo del primato per tre giorni, prima di cederlo ad Andrey Amador a Cividale del Friuli. Curiosamente, per la seconda volta nella storia del Giro, nelle prime 4 tappe si registrano 4 vincitori diversi e soprattutto 4 padroni della corsa diversi in maglia rosa.

Tra i fuggitivi di giornata, fin dal mattino, c’è stato Eugenio Alafaci, che ha deciso di uscire in avanscoperta per mettere benzina nelle gambe in vista del resto del Giro: Eugenio è arrivato al Giro in condizioni non ottimali, date le cadute che hanno frenato il suo avvicinamento, ed ha bisogno di fare “fatica” per entrare presto in condizione. Per lui, che scalatore non è, la tappa dell’Etna non poteva essere certo quella designata per cercare fortuna: di fatti, la sua azione si è esaurita a 57 chilometri dal traguardo, in prossimità del primo traguardo volante di Bronte, dopo circa 120 chilometri di fuga. In ogni caso, è stato curioso e piacevole trovare il baffo di Carnago in avanscoperta per buona parte della tappa.

Oggi ci si sposta da Pedara a Messina, 158 chilometri con un GPM di quarta categoria a oltre 100 chilometri dal traguardo: ergo, probabile la volata, si scaldino gli sprinter.