«Pro Patria, è l’anno della consacrazione»

La presidente Testa non nasconde le ambizioni. Turotti vuole ripagarla: «Siamo qui grazie ai suoi sacrifici»

La stagione 2017-2018 della Pro Patria ha preso il via ieri mattina dallo stadio Speroni. Società e squadra al gran completo per il raduno che ha fatto da preludio al ritiro di Sondalo che comincia quest’oggi, a fare gli onori di casa è come sempre la Presidentessa Patrizia Testa: «Spero che questo sia l’anno della consacrazione, posso mettere in campo il lavoro e la professionalità del mio direttore Sandro Turotti. Lo ringrazio pubblicamente perché il merito della costruzione di questa squadra è

tutto suo, mi aspetto successi. Auspico approcci concreti e non solo parole». Una dichiarazione di intenti e di obiettivi non da poco, quella che forse nella scorsa stagione era mancata e aveva fatto un po’ da parafulmine ai problemi avuti da Bonazzi e dai suoi ragazzi. Patrizia Testa però chiude con un richiamo che sa di storia e orgoglio: «A tutti i ragazzi dico che stanno per indossare la maglia più bella della categoria».

Non solo squadra e non solo campo, quando la parola passa al vicepresidente Tiburzi si arriva alla chiamata alle armi imprenditoriale: «Vorrei che la gente e gli imprenditori ci stessero vicini, Patrizia ha fatto miracoli senza l’appoggio dell’imprenditoria di Busto Arsizio. Personalmente sono disposto a fare anche il porta a porta».

Tocca poi al direttore plenipotenziario Sandro Turotti: «Ringrazio la presidente perché se siamo qua lo dobbiamo a lei, ci vuole tanto sacrificio per portare avanti una società. Tutti vogliono vincere, ma per vincere serve che tutte le componenti aiutino: città, tifosi e stampa. Non voglio fare appelli, quello che chiedo è di avere un applauso per tutti, soprattutto per i giovani che si affacciano al calcio adesso».

In stampelle in sala stampa c’è anche Mangano, sul tema Turotti è chiarissimo: «Ha avuto una distorsione, ha fatto tutto da solo allenandosi per tenersi in forma, durerà per venti o trenta giorni. Questa mattina abbiamo preso un altro portiere ’99: Ilario Guadagnin proveniente dalla Virtus Bassano».

Infine Ivan Javorcic, tecnico confermato dopo il buon finale di stagione scorsa: «Ci sono molte aspettative ma deve essere trainante per noi questa competitività; non mi piace essere banale ma dobbiamo portare in campo la passione del nostro presidente, deve essere una catena unica. Partire già con un’ossatura di squadra è importante, il confronto con il direttore è stato quotidiano. Avevamo già lavorato in una certa direzione a fine della stagione scorsa e questo ci ha aiutato. Mercato chiuso? Vediamo…».

Arriva poi uno sguardo alle avversarie, anche se non è ancora chiaro in quale girone sarà inserita la Pro Patria: «Preferenze sul girone non ne ho, stiamo monitorando le avversarie, un girone vicino per questa zona sarebbe interessante, ma dobbiamo guardare soprattutto a noi come squadra».

La chiusa è dedicata al campo e a qualche singolo, quelli che dovranno fare la differenza: «Il vissuto dell’anno scorso era molto importante, sono curioso di vedere anche la mia stagione, siamo tutti in discussione, voglio che i miei ragazzi escano dalla loro zona di comfort. Mi aspetto tanto in attacco da Le Noci ma anche da Gucci e Bortoluz, deve esserci una sana competizione importante tra di loro e tra tutti i ragazzi».

3-5-2 cui ormai siamo tutti abituati? «Il sistema di gioco è relativo ma l’idea di base è quella, chiedo capacità di adattarsi».