Pro Patria, urgono rinforzi

«Non ho interlocutori in società», come dire che la società è un fantasma. Sono le parole pronunciate da Oliveira dopo la partita con la Giana Erminio.

Un sasso in piccionaia che ha nuovamente portato l’attenzione sulla situazione societaria della Pro Patria. Per la verità si era spostata sulla squadra solo dopo la conferenza stampa di Vavassori, lo scorso 31 luglio.

La Pro Patria è in una sorta di terra di mezzo che si coniuga con terra di nessuno: c’è una società partente, ma ancora non si vede la sagoma di quella entrante. C’è (in mezzo) una squadra che va innervata con «cinque giocatori» (Oliveira dixit), e fra meno di due settimane comincia il campionato.

Al netto della condizione fisica e degli esperimenti di Lulù, la Pro di Monza è una squadra che faticherà a mettere assieme una dozzina di punti in tutta la stagione.

Ma chi ha il compito, la responsabilità e la legittimità del calcio mercato tigrotto, quella di portare giocatori di esperienza in grado di giocare un campionato decoroso, sia pure di retroguardia? Chi se ne sta andando o chi sta arrivando? In assenza di comunicazioni ufficiali sul cambio di proprietà, dovrebbe essere la dirigenza che fa capo a Vavassori: ma da voci raccolte pare invece che il pallino sia nelle mani di quella entrante.

Secondo i bene informati chi sta arrivando dovrebbe aver già versato una prima parte di caparra per l’acquisizione delle quote e fra le condizioni c’è appunto la gestione della squadra. Ma chi è? Si parla di un paio d’imprenditori che avrebbero come referente un personaggio che conosce il calcio di Lega Pro.

E quando arrivano i giocatori? Chi lo sa. Pare sia prevista una seconda tranche della caparra da versare a Vavassori entro una settimana o, al massimo, il 28 agosto. Ciò farebbe pensare che fino a quella data Oliveira deve arrangiarsi. E se il 28 non ci fosse il versamento previsto? Beh, a quel punto la responsabilità del mercato tornerebbe nelle mani di Vavassori, e si dovrà andare di filata per completare un organico che magari il giorno dopo giocherà con la Torres, vista la nuova disposizione dei calendari.

Certo, c’è più offerta che domanda di giocatori, ma più trascorrono i giorni più scende la qualità a disposizione, oltre ai problemi di condizione fisica di chi arriva, e al lavoro di costruzione di un gruppo da parte del mister. Oliveira dovrà fare leva sulla pazienza, che tuttavia ha già mostrato qualche crepa con le esternazioni del Brianteo. Intanto in settimana arriva un direttore generale (Bertoli) e si vedrà.

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