Pro Vercelli – Varese Le pagelle

Bocciarlo sarebbe come dare ragione ad Abbattista che l’ha espulso per un intervento sulla palla e non sull’uomo. E piuttosto che dare ragione ad Abbattista, ci spariamo.

Pulce diciannovenne dall’Inveruno alla serie B resta sola sotto le cannonate avversarie nel giorno in cui ci crolla il mondo addosso.

Non ce l’avremo mai con lui, anzi diciamo “forza De Vito”, ma chi l’ha preso sul mercato ha poi contato le decine di palloni e giocatori penetrati nell’area del Varese in queste prime 4 partite dalla sua fascia?

Mezzi errori ma non uno eclatante se non questo: se prendi sempre gol su palla ferma, i centrali qualche colpa ce l’hanno perché hanno un ruolo di guida e sono il radar della difesa.

La palla in velocità messa in mezzo da cui nasce il rigore inventato spiazza sia lui che Rea.

Belloni, Marchi e i vercellesi sembrano in cento contro uno, e l’uno è Fiamozzi, sempre alla mercé avversaria, quasi senza speranza.

Fiamozzi là dietro lottava da solo contro cento: tu dov’eri?

Fallo di frustrazione su un attaccante in ritardo con una palla innocua sul fondo da cui nasce il secondo rigore su cui muore il Varese. Frustrazione dovuta al fatto che deve correre anche per Blasi e per altri.

Prende un giallo dopo 18 secondi che lo toglie dalla partita perché lui vive di “istinti”, ieri negativi: se rovina se stesso, rovina il Varese.

Chi ci prova fino alla fine, “l’è semper lu” però non può risolvere tutte e 42 le partite.

Al Varese devi correre e giocare per gli altri. Al Varese il compito di un attaccante è ben più che fare un gol.

Entra e non cambia nulla.

Entra sul 3-0 e vedi uno spiraglio di luce per il futuro (come approccio, come voglia, come visione di gioco).

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