«Quando il Varese chiama, ci sono»

Sarah Maestri domenica è tornata a Masnago: «Non mi interessano poltrone o cariche: voglio aiutare»

Sarah Maestri è tornata al Franco Ossola. Dopo aver partecipato alla stagione della rinascita, spendendosi in prima persona per la parte marketing della società ed entrando anche a far parte del CdA, l’attrice di Luino aveva scelto di restare un po’ in disparte, pur senza accantonare tifo e passione per i colori biancorossi. In un momento difficile a livello societario, la madrina biancorossa ha deciso di tornare a Masnago domenica scorsa in occasione della sfida al Bra, un segno di affetto e vicinanza di cui chiediamo a lei stessa le ragioni.


Ovviamente tutti sanno che la mia affezione al Varese calcio è grande. Io sono per il Varese, non sono in nessuna fazione particolare, ma quando il Varese chiama io ci sono. Durante la settimana tutti hanno letto le stesse notizie allarmanti che ho letto io, ed anche un comunicato stampa che annunciava che l’80% delle quote sarebbero rimaste scoperte. Sono tornata a Varese per mostrare la mia vicinanza. Perché per il Varese non mi sono mai tirata indietro: quando in Serie B c’è

stato da trovare una fideiussione correvo per tutta l’Italia, quando il sindaco Attilio Fontana mi ha chiesto di partecipare alla rifondazione della società ho risposto presente. C’ero e c’ero su tutto, ma non lo faccio per lavoro. E non sono una che sale sul carro dei vincitori, sono state altre persone a mettersi in luce. A me importa il bene del Varese, e questo me lo ha insegnato una persona che ora non c’è più: Natale Giorgetti. Diciamo che il Varese è il legame che mi unisce tra terra e cielo.

Io non faccio più parte del CdA dal dicembre dell’anno 2015, quando fu deciso di restringere il consiglio ai soci fondatori. Ma devo dire che la società mi ha sempre trattato benissimo, perché è una società che è fatta di e da tifosi. Non c’è qualcuno che comanda, l’importante è che ci sia la gente che vuole bene al Varese. Io l’ho sempre detto: quando mi richiamano io ci sono. Non credo sinceramente che rientrerei in società, però per aiutare il Varese ci sono sempre e non mi interessa avere a disposizione poltrone e cariche.


Spero che torni presto quell’atmosfera da terzo tempo in cui credo ed in cui avevo creduto fortemente l’anno scorso: voglio vedere gioia e luce al Franco Ossola a ogni partita. Questa domenica, un po’ per la pioggia e un po’ per il clima uggioso, non l’ho ritrovata. Mi piacerebbe rivedere parate di bambini e festa, palloncini. Così deve essere. Sul campo, la squadra ha fatto il possibile, i tifosi anche. In tribuna, l’ultrà che è in me non è riuscita a trattenersi durante la partita.


Sono stata molto sorpresa, lo ammetto, perché Paolo Basile ha sempre dimostrato molto affetto nei confronti della squadra. Paolo è un tifoso prima di tutto e non mi aspettavo da parte sua questa decisione. Ovviamente ho provato sconcerto e paura, come tutti quanti, per quel comunicato che lasciava scoperto l’80% delle quote: mi ha ricordato molto la situazione in Serie B. Credo abbia fatto rivivere a tutti i tifosi una storia purtroppo già vista. Ho avuto un po’ di sgomento, però sono stata tranquillizzata subito da chi ha ripreso le redini della società. Credo che il pagamento dei rimborsi (i bonifici sono partiti giovedì, ndr) sia un messaggio forte e importante. Tutto ora può tornare come l’anno scorso. E domenica ho voluto dimostrare che io ci sono e ci sarò sempre.