«Questa è la nostra Champions»

Il preparatore atletico Ciro Improta si è già messo al lavoro sui campi di Varesello

Il giorno del raduno le battute dei giocatori, su quanto O’Professore Ciro Improta li avrebbe fatti correre, si sprecavano. Lui, preparatore atletico biancorosso, si è già messo al lavoro sui campi di Varesello, per farci trovare un Varese fisicamente perfetto. E chissà come avrà risposto a quelle battute…

È iniziato il periodo dell’anno su cui si costruiscono le basi per tutta la stagione. Il periodo dell’anno in cui ci si siede al tavolino a studiare i giocatori, con le loro caratteristiche e il loro livello di preparazione.


Dopo tre giorni di lavoro sulle capacita aerobiche, posso dire bene. Ieri abbiamo fatto il primo test, il Test Intermittente di 1° livello.


Di un test per valutare la velocità aerobica massimale, sulle corse e sulle ripetute. E posso dirvi che i giocatori stanno bene e sono tutti più o meno allo stesso livello. Da oggi iniziamo a prendere i dati. Comunque, per rispondere alla domanda, se mi chiamate tra dieci giorni, posso dirvi con più certezza e più precisione della loro preparazione atletica.

Stanno bene. È vero, Ferri è un grande professionista. Un professionista che ha sempre giocato a livelli altissimi, nonostante negli ultimi tre anni non abbia mai fatto la preparazione estiva.


Perché è sempre arrivato dopo nelle squadre, e si è dovuto arrangiare da solo ogni volta. Quest’anno per lui è diverso, invece. Ieri ha superato le visite mediche e il dottor Clerici mi ha comunicato che è in buono stato.


Questo è sicuro. In questi giorni sta lavorando alla grande, anche se tutto il lavoro lo sente addosso. Ma penso che lui possa fare come Mavillo Gheller l’anno scorso, quando abbiamo tirato fuori dal cappello un giocatore che sembrava bello che finito.


Vedete, noi preparatori atletici non studiamo i giocatori sui computer: parliamo con loro, li ascoltiamo. Per capire come farli lavorare al meglio e soprattutto per capire come tirare fuori il meglio da ogni singolo atleta.


Calzi, l’altro giorno mi ha detto: «Prof. gli altri dicono di lei che è un duro come preparatore, ma io vedo che i miei compagni non mollano mai. Nemmeno un centimetro. Mi deve far diventare così». E, per me, quando un ragazzo ti parla in questo modo, vuol dire tanto.


Che è già entrato nell’ottica del nostro lavoro e che è un giocatore con una grande mentalità

Secondo me per fare gruppo nello spogliatoio non serve solo andare a mangiare una pizza assieme. Secondo me il gruppo si forma nelle difficoltà degli allenamenti, quando qualche compagno non ce la fa, e tu lo aiuti a superare i suoi limiti. Ecco, Scapini è proprio così: uno che aiuta gli altri, specialmente i giovani.

L’anno scorso non tutte le squadre si allenavano in maniera professionale, quest’anno è diverso. Qual è il suo segreto per affrontare la Serie D?

Diciamo che l’anno scorso non tutte le squadre potevano permettersi di gestire i loro calciatori in maniera professionale, ma questo non vuole dire che gli allenamenti fossero di qualità o valore inferiore. Quest’anno, però, troveremo squadre che non mollano mai, fino all’ultimo minuto, fino all’ultima giornata. Enzo Rosa ha detto una cosa giusta pochi giorni fa: il Varese fa molta attenzione dal punto di vista medico, e l’anno scorso non abbiamo avuto nessun infortunio muscolare, e questo per me è un vanto: un preparatore fa un buon lavoro non quando fa correre una squadra a 200 all’ora, ma quando permette al mister di poter scegliere la sua formazione da una rosa al completo


L’anno scorso siamo partiti dopo a lavorare, ovviamente. E i giocatori avevano bisogno di capire gli schemi del mister e i miei metodi di lavoro. Diciamo che la condizione di tutti non era ottimale: basta pensare a quella di Giovio e Marrazzo, uno arrivato con un problema al ginocchio, l’altro con un problema al polpaccio. Avere due giocatori così a mezzo servizio non è poco…


Un uomo che sto scoprendo giorno dopo giorno. Posso dire che è un uomo che sa ascoltare.


Da avversario. L’altro giorno mi ha detto: «Ciro, guarda questo schema su punizione», io me lo ricordavo quando ero al Darfo, e gli ho risposto: «Mister, è ora di cambiare, questi schemi li conosco a memoria!». A parte gli scherzi, Ramella è un grande professionista.