Questa maglia suda passione da tutti i pori

Dentro e fuori campo, il Dna Uyba è per sempre. Il commento di Mattia Andriolo

Chi ha cantato per le biancorosse al Palayamamay sa bene che questa non è mai stata una squadra normale.

Qualcuno la potrebbe addirittura apostrofare utilizzando il ritornello dell’inno dell’Inter «Pazza UYBA amala», senza andare troppo lontano dalla realtà. Sia negli anni d’oro che in quelli più difficili non c’è mai stata una vittoria scontata. Nè l’anno scorso, quando è andato in scena l’anno peggiore dopo il ritorno in serie A1, né tanto meno nella sera della famosa gara 5 di finale scudetto con Villa Cortese, quando le biancorosse – sotto al match point del tie break –

hanno ribaltato tutto e cucito al petto il primo storico tricolore della sua storia. Questa maglia suda passioni da tutti i pori, dentro e fuori dal campo, e poco importa quanto squadre, allenatori e persino presidenti possano cambiare nel tempo. Questo è il Dna UYBA, e sempre sarà. Detto ciò, il campo è l’ultimo arbitro a stabilire il valore di una squadra. Giovedì sera lo stupore era dilagante. Tanto in tribuna stampa a bordo campo, quanto sugli spalti. Brusio quasi assordante durante i tanti time out chiamati da Mencarelli per svegliare la squadra. Ieri Busto non c’era di testa e forse, ancor di più, di campo. Non si può pensare di dare un giudizio su una formazione che per tre quarti non sarà mai la squadra titolare, né per unità né per schieramento. Nella pallavolo vince sempre chi mette giù la palla e non si può pretendere che la giovanissima Benedetta Sartori, classe 2001, di rinforzo dalla B1, possa risolvere la situazione contro una onesta squadra di A2. Siamo tutti d’accordo che l’atteggiamento è una parte essenziale, e il Menca ha avuto un’avvisaglia importante. La A1 si vince in buona parte con la testa: il dato permetterà allo staff di impostare un lavoro fisico e mentale. Tutto il resto, con le punte titolari verrà da sé. Signorile rientrava da un problema al ginocchio, ed era forse lei, giovedì, la più arrabbiata per non esser riuscita a fare quanto si aspettava. Cialfi ha fatto il suo, Pisani e Stufi al centro si sono difese almeno a muro e qualche pecca di troppo è arrivata in seconda linea. Demeriti sì con tante attenuanti, ma che meravigliosa sorpresa vedere una squadre bella, giovane e grintosa come quella di Legnano. Tutti hanno parlato dei difetti di Busto, ma i punti forza della Sab sono tanti. È stato un derby d’altri tempi e speriamo che questa partita possa diventare presto una classica della serie A1. Ci sarà da divertirsi.