Questo sigillo ha reso più bello quel che amiamo

Il commento del nostro Francesco Caielli: una Tre Valli bella così potevamo solo sognarla

«Pepìn, Pepìn: vegn che pasan i Tre Vaj». Il zio Sep urlava così da sotto la finestra: sottobraccio una copia della Gazzetta con l’elenco dei partenti, a bordo strada un tavolino sgangherato sul quale trovava posto un fiaschetto di vino. Ogni anno, ogni volta: e questa cosa qui per noi è la Tre Valli, niente di più e niente di meno. Ci piace perché ci parla dei nostri nonni e profuma delle caramelle che mangiavamo da bambini,

quelle che oggi non si trovano più. Ci piace perché fa più bella la nostra città e le regala un Natale fuori stagione, ci piace. Poi succede che arriva una Tre Valli come questa, che nemmeno sognandola l’avremmo sognata così bella. Perché è partita con la festa dei ragazzi delle scuole di Busto Arsizio, è arrivata a Varese accompagnata dalle pedalate degli amici di Anffas, ha riempito la città di applausi e di colori. Ed è finita così. Con la vittoria di Vincenzo Nibali che ha messo il sigillo più bello, esattamente come fece Ballan nel Mondiale del 2008. Due scatti terribilmente simili per passione ed emozioni, due scatti distanziati di sette anni e un centinaio di metri: dopo la salita di Bobbiate quello di Nibali, in cima ai Ronchi quello di Ballan. Una vittoria arrivata sotto la nostra redazione proprio mentre qui stavamo lavorando come pazzi per confezionare il numero speciale per i primi dieci anni del giornale. Una vittoria raccontata dalle nostre foto e dalle nostre parole, oltre che da una diretta web precisa e puntuale (bravi, ragazzi). E adesso sarebbe facile dire che la vittoria di Nibali ha dato ragione a chi aspettava la Tre Valli per viverla da tifoso e varesino. Sarebbe facile dire che ha dato torto a chi la temeva vedendola come una scocciatura. Ma no, no: niente di tutto questo. La vittoria di Nibali si è posata come un vestito meraviglioso si posa sul corpo di una bella donna. A rendere meraviglioso ciò che già è bello, a impreziosire qualcosa che già era prezioso. Non serviva, insomma: la Tre Valli l’avremmo amata comunque. Però, ragazzi. Che schianto.