«Qui avremmo fatto il PalaPozzecco»

L’intervista al presidente dell’Orlandina Basket Enzo Sindoni , in vista del match di stasera tra Upea Capo d’Orlando e Openjobmetis Varese

L’addio del Poz e i sentimenti contrastanti che tale scelta ha suscitato, il campionato sorprendente dell’Upea Capo d’Orlando e i tanti temi, affettivi oltre che sportivi, della sfida di questa sera alle 21 al PalaFantozzi contro la Openjobmetis: Enzo Sindoni, presidente dell’Orlandina Basket, racconta retroscena, spunti e significati di una partita che non può non avere un sapore speciale.

Per noi è innanzitutto un piacere ospitare una squadra di grande blasone come Varese, guidata da due nostri ex, Gianmarco ma anche Ugo Ducarello. L’andamento di questa prima parte del campionato dice che questo sarà per noi, considerata la classifica, uno scontro meno drammatico di quanto temessi anch’io in principio, per cui è chiaro che gli aspetti extrasportivi in questo scenario potranno prendersi ancora più spazio.

La squadra ha cominciato soltanto sabato a pensare alla sfida con Varese, essendo stata impegnata a Santo Stefano in un match altrettanto prestigioso, in casa dell’Armani Milano. Purtroppo questa sera non potremo essere al massimo, visto che dovremo fare i conti con le assenze di Nicevic e Burgess, che renderanno cortissime le nostre rotazioni, già limitate. Il pronostico, dunque, dice Varese.

Sicuramente positiva: il nostro pubblico sarà felice di riavere qui Gianmarco. Certo, restano i dispiaceri che lui stesso ha dato ai tifosi dell’Orlandina.

Alcuni non hanno capito il suo addio, considerato che all’inizio della scorsa stagione Pozzecco aveva dichiarato in conferenza stampa che da Capo d’Orlando non se ne sarebbe mai andato, mirando a diventare una bandiera in stile Totti. Normale quindi che ci fosse chi pensava, fino alla fine, che sarebbe rimasto. Forse si poteva fare chiarezza prima. E poi c’è un altro episodio, più recente.

A ottobre, prima del match di campionato con Bologna, mi è capitato di leggere un’intervista al nostro ex, Marco Portannese, che a inizio stagione aveva trovato collocazione proprio alla Granarolo, salvo poi sospendere il contratto. In quell’intervista (rilasciata alla Gazzetta del Sud, ndr), Portannese dichiarava che già a fine aprile Pozzecco gli aveva proposto di seguirlo a Varese. Capisco la scelta professionale di Gianmarco di trasferirsi in un club più prestigioso, ma non condivido il gesto fatto nei confronti di un giocatore che in quel momento era ancora sotto contratto con noi, quando peraltro ancora nessuno sapeva dell’intenzione del Poz di fare ritorno a Varese. Questa è l’unica cosa che cancellerei di quanto fatto da Gianmarco qui.

Assolutamente no, non è cambiato nulla fra di noi. Io e Gianmarco abbiamo firmato il primo contratto davanti a una pizza, a casa sua, e davanti a una pizza ci siamo salutati. Non gli auguro di tornare qui, ma perché spero davvero che la sua carriera possa essere un’ascesa continua. E tornare all’Upea sarebbe certamente un passo indietro. Per il resto, qui la porta è sempre aperta: Pozzecco è uno di noi.

Certamente. Se Gianmarco fosse rimasto di più con noi, il PalaFantozzi sarebbe potuto diventare il PalaPozzecco. Gli auguro che questo possa accadere a Masnago. Non vedo l’ora che la partita finisca, per poterci salutare con ancora maggiore serenità. Guardando la classifica, questo match rappresenta per Varese l’ultima possibilità di centrare le Final 8. I nostri 8 punti invece vanno oltre le più rosee previsioni: partiamo sfavoriti, ma sereni.

Prima di Natale, ho sentito Ducarello per gli auguri: mi diceva che per Varese non sarebbe stata quella con Sassari la partita da vincere, riferendosi evidentemente al match di questa sera. Io mi auguro ovviamente che non vada così.