«Sassari non è l’ultima spiaggia»

Coach Attilio Caja ha presentato il match di domani contro la Dinamo: «Affrontiamo la gara con serenità»

«Ci attende una partita da vivere con serenità e senza il pensiero che si tratti di un’ultima spiaggia: il campionato è lungo, i dentro-fuori ci saranno alla fine e ci metteranno contro avversarie dirette, non certo Sassari. Non è il caso, quindi, di mettere pressioni anomale alla squadra: io, di certo, non lo farò».

Un po’ di scaramanzia, un pizzico di savoir faire e la consapevolezza di essere di fronte solo ad una delle 15 tappe del cammino, con la meta – e le salite vere – ancora lontane. Nell’antivigilia di Varese-Sassari Attilio Caja da Pavia cerca di dosare alla perfezione gli ingredienti psicologici a sua disposizione: la ricetta della salvezza è un piatto talmente elaborato che richiede perizia anche fuori dal campo, necessaria ad “educare” una squadra che deve scordarsi il significato della parola “paura”, ma anche un ambiente che deve essere pronto a tutto. Anche, eventualmente, a sopportare ancora il peso di altre sconfitte nel percorso di redenzione: la vetta della montagna si chiama penultimo posto e la si potrà raggiungere davvero solo il prossimo 7 maggio.

«Vincere contro la Dinamo sarebbe un grandissimo risultato, quasi un’impresa – il coach corrobora il concetto – e ci darebbe tanti vantaggi a livello psicologico: sono sicuro che abbiamo le chance di farlo. Se invece non dovesse succedere, poco male: continueremo convinti nel cercare di migliorarci».

La prudenza di Caja nasce soprattutto da una cruda verità, che si alimenta e si rafforza in uno sguardo al passato: chi ha perso in casa contro Brescia e Cantù, tanto per scriverne due, chi arriva da sette sconfitte nelle ultime otto partite giocate in campionato, non può presentarsi strafottente e sicuro di sè davanti ad un avversario di rango quale è il Banco di Pasquini: «Stanno facendo davvero bene – continua l’allenatore biancorosso – sia in campionato che in coppa,

dove possono ancora sperare nella qualificazione. Sassari è una squadra con tante frecce al proprio arco». La disamina è completa: «Ha talento fisico sotto le plance, con Lydeka e Savanovic, ma anche sul perimetro, con Johnson Odom che in contropiede può essere molto pericoloso. Poi ha anche tanta tecnica: in Stipcevic, sorvegliato numero uno nel gioco a metà campo, in Bell, tiratore super da tre punti, in Lacey, giocatore di squadra e in Carter, altra mano molto calda. Infine ha gli italiani, il suo vero “cuore”: Sacchetti, De Vecchi, D’Ercole. È una formazione che lascia pochi possessi agli avversari: sarà decisiva la nostra difesa, perché ci permetterà di correre e di trovare punti “facili” anche oltre il gioco a metà campo.

In Serie A si “riparte” da Torino e da due punti un po’ persi («nel finale siamo calati molto dal punto di vista fisico, perché la condizione non era ancora ottimale»), ma in realtà si ricomincia da due vittorie continentali non banali: «La coppa ha dimostrato che tutti possono dare il loro contributo e ha dato fiducia all’intero collettivo. Fiducia che ho anch’io nei miei giocatori».

E che è la stessa di tutta l’area tecnica, compatta nella pratica e nell’anima: «Devo ringraziare Claudio Coldebella – conclude Caja – Ci è sempre vicino, ci dà consigli, è presente ogni mattina e ogni pomeriggio. Sta interpretando nel miglior modo possibile il suo ruolo di supporto quotidiano: non è solo un aiuto, è un aiuto di qualità, anche per i giocatori, visto che è perennemente pronto a spronarli. Lo stesso vale per Toto Bulgheroni: sapere di poter contare su persone come loro è importante».