Sentenza Kittel: il poker è servito. Nello sprint è dominio

In volata si sbraccia, si sgomita... e alla fine vince il tedesco: maglia verde salda, 18o sigillo nei grandi giri

E alla fine arriva Kittel. Come in quel film di una decina d’anni fa, solo che Kittel non è Polly e vince al Tour de France con la stessa facilità con cui si alza dal letto al mattino. Marcel Kittel è una sentenza che, nostro malgrado, sta rendendo un po’ noiosi questi arrivi in volata: in 10 tappe il Tour è giunto sei volte allo sprint, ed in quattro occasioni ha vinto proprio il tedesco della Quick Step Floors. Non c’è nessuno – nessuno – che abbia trovato le contromisure allo strapotere di Kittel. Semplicemente perché contromisure non ve ne sono: ieri, sul traguardo di Bergerac, Kittel si è permesso anche di vincere la volata per distacco, infliggendo più di una bicicletta (unità di misura convenzionale) al secondo classificato, il redivivo John Degenkolb.

Terzo il campione olandese Dylan Groenewegen, quarto un altro tedesco, Rudiger Selig, chiude la top 5 Nacer Bouhanni, sempre meno brillante e sempre più preso di mira dai colleghi per le sue manovre poco ortodosse. Per l’Italia, discreto 9o posto per Sonny Colbrelli, sempre presente ma impotente di fronte alla classe di Kittel e degli altri velocisti di professione. Tutti si sbracciano, tutti sgomitano cercando la migliore posizione per lanciare lo sprint, ognuno fa la sua traiettoria, tutti sanno che alla fine arriva Kittel e vince lui. E ieri il verdetto è apparso chiaro ed unanime già a 100 metri dall’arrivo, quando il tedesco aveva superato di slancio gli avversari che non avevano margine per riprenderlo.

Raggiunge 4 successi in una singola edizione del Tour così come ci riuscì in altre due occasioni: nel 2013 e nel 2014. Ora i suoi successi complessivi alla Grand Boucle sono 13, 18quelli totali nei grandi giri se si includono le quattro al Giro ed una alla Vuelta.

Essendo relativamente giovane (classe 1988), Kittel può dominare la scena delle ruote veloci da qui a parecchi altri anni. La sua leadership nella classifica della maglia verde a punti è ora sempre più salda, specialmente dopo l’espulsione di Sagan e il ritiro forzato di Arnaud Demare, finito fuori tempo massimo domenica a Chambery.

Dopo i fuochi d’artificio dei tapponi del fine settimana appena concluso, con tanti scossoni, tante cadute e tanti ritiri, gli uomini di classifica (in giallo sempre Froome) hanno vissuto una giornata abbastanza tranquilla. Scenario che si dovrebbe ripetere anche oggi, prima che giovedì si abbraccino i Pirenei e si torni a salire.