Sette giornate sono poche. Ma le lacune preoccupano

Per il ds della Pro Patria Turotti un progetto si misura nel tempo. Alcuni difetti, però, vanno subito corretti

L’allenatore non si muove.
E questo oltre ad essere un assioma è anche una conferma che ci è arrivata direttamente dal Direttore Sportivo della Pro Patria Sandro Turotti; nell’ampia intervista uscita ieri sul nostro giornale è stato proprio il responsabile dell’area tecnica a sciogliere ogni dubbio che la piazza potesse avere di fronte al tecnico reo, secondo alcuni esponenti del tifo tigrotto, di non essere in grado di saper traghettare la squadra verso lidi più

ambiziosi.
C’è un progetto ampio che inevitabilmente non può e non deve fermarsi alle prime 7 giornate di campionato, c’è tutto il tempo per raddrizzare la rotta e tornare a sognare.
Questo il senso del discorso che, però, si scontra con l’ultima, davvero brutta, dei Tigrotti allo Speroni contro un Ciliverghe quadrato, ben messo in campo e corsaro per 0-2, ma certo non trascendentale di fronte a una Pro Patria sin troppo brutta per essere vera.

Le lacune evidenziate sono assolutamente semplici da leggere e fanno rima con attaccante centrale, incapacità di cambiare modulo e rosa un po’ troppo corta per poter gestire un campionato di vertice.
La Società dal canto suo ricorda che siamo di fronte a un gruppo nuovo, a uno staff dirigenziale nuovo, a un progetto che deve per forza di cose staccarsi da un passato fin più brutto dell’attuale presente.
Domenica è in programma la trasferta con il Ponte San Pietro Isola, una squadra che ha perso con 2 delle ultime 5 in classifica ma che annovera tra le proprie fila gente del calibro di Ferreira Pinto, Espinal e Joelson, non propriamente gli ultimi arrivati, mentre alla compagine bustocca mancherà ovviamente Mario Santana.
A proposito, il capitano sta lavorando duramente per accorciare il mese di stop preventivato e sotto questo profilo sembrano essere tutti abbastanza ottimisti, chiaro che il tutto andrà monitorato col passare dei giorni. La necessità, più di Mario, viene dalla Sardegna e risponde al nome di Roberto Cappai.

L’attaccante proveniente dalla Nuorese è un classe 1989, quindi nel pieno della maturità calcistica e teoricamente pronto per far fare il salto di qualità in avanti alla squadra anche senza che siano Mauri o Mario ad accendersi; fino ad ora c’è stato molto poco, complici infortuni e degenze che si ripetono, la sua prestazione contro il Ciliverghe è stata da mani nei capelli, ma è totalmente fuori forma e per domenica serve una pesante inversione di rotta per fare in modo che il discorso cambi. Il più in fretta possibile.