Le donne biancorosse sono tornate. Sono tornate al Franco Ossola. Come una giungla che abbraccia il Rio delle Amazzoni, così le donne del Varese sono tornate ad abbracciare il loro stadio e la loro squadra. Con la loro femminilità e le loro voci, domenica scorsa contro la Pro Vigevano hanno gridato il loro amore biancorosso al mondo intero. Hanno appeso i loro striscioni: quelli della Donna Biancorossa. Quelli del riscatto in rosa. Quelli appesi da Yvonne Rosa.
Per me, entrare allo stadio, è come entrare a casa. O al massimo a casa di amici o di parenti. È entrare in un posto dove non serve bussare e chiedere il permesso, perché sei sempre e comunque ben accetto. Negli ultimi anni questa cosa non la sentivo più, mi sembrava persa. Volata via, assieme ai ricordi più belli e preziosi che ho del Varese. Sarà stata l’aria della Serie B, ma non eravamo più noi. Ce la siamo tirata troppo e quell’atmosfera magica è finita tutto d’un tratto. Ora invece mi sembra sia tornata…
Certo. Negli ultimi due anni bisognava chiedere il permesso per tutto: pure per bere un caffè con i giocatori. Invece, ai tempi dell’Eccellenza e della C2, no. Era tutto diverso, tutto più facile. Passavano i giocatori dal mio negozio a chiacchierare, come se stessero andando a trovare una sorella maggiore, o una zia. Poi si andava tutti a fare un aperitivo o una cena assieme. Mi ricordo quante pizze abbiamo diviso con la squadra, con Sogliano e con Sannino. Era bellissimo, certe atmosfere, certi ricordi fanno sempre venire la pelle d’oca.
Potrei rispondere a questa domanda solamente con una storia: la storia di quando ho conosciuto Sannino. Ricordo, come se fosse ieri, che qualcuno della società mi ha portato in negozio Beppe. Lui, si è presentato con una sola frase che poi ha fatto storia: “Ora mandami a fanculo”. Da quella frase è nato il Fun Cool famoso di Beppe e lo striscione che abbiamo fatto. Vedete, quel vaffa, non era mica inteso come volgarità o quant’altro, era un modo per aprire il Varese ai suoi tifosi. Lui, in quel modo, ha aperto le porte. Ha aperto i cancelli del Franco Ossola. Ha reso, profondamente, il Varese di tutti. Ecco per me cos’è il calcio. Non saprei spiegarlo con altre parole, se non con quelle di Sannino.