Socio pakistano per Laurenza? Attenti…

Imprenditore bussa per avere quote ma prima vanno presentate credenziali e disponibilità alla città. Altri interessamenti: una cordata è capeggiata da un ex campione mundial. Meglio pensarci bene

Primo obiettivo: non illudere la piazza, che ne ha già viste di tutti i colori. Secondo: prima vedere cammello, poi pagare moneta. Terzo: pensarci non una ma duecentocinquantamila volte prima di cedere poche o tante quote del Varese a chicchessia, chiedendo non una ma milioni di garanzie a persone che le possono fornire, che vogliono bene al Varese e che sanno le cose (il primo che ci viene in mente è Giancarlo Giorgetti, il secondo Ricky Sogliano). Quarto: chi vuole entrare o comprare la società non ha paura della segretezza (vedi Thohir o Tacopina) se ha le idee chiare e i soldi veri. Quinto: pesare il valore, la competenza e l’autorevolezza della persona che presenta i probabili soci o compratori. Sesto: andarci con i piedi di piombo, presentare alla città il futuro azionista, e poi decidere, perché il Varese è un bene della città non di uno.

Tra leggende e verità, la settimana da film del Varese giunge oggi alla scena finale con il ritorno a casa di Mangia e De Luca, ma con la maglia sbagliata, probabilmente davanti agli occhi del possibile nuovo socio. Da lassù, Peo Maroso si starà stropicciando gli occhi.
La notizia è stata lanciata ieri sul sito del “Corriere della Sera” dal giornalista varesino Flavio Vanetti, e non è stata smentita dalla società, anzi («Sull’ingresso di un nuovo socio,

il club sta sondando ogni possibile interesse ma al momento nessun accordo è stato concluso» dicono i dirigenti). Un imprenditore pakistano in contatto da settimane con Nicola Laurenza (e presentatogli da un altro dirigente) starebbe per entrare nel club. Il signor Shik (così si chiamerebbe) secondo qualcuno opererebbe nella grande distribuzione alimentare a basso costo – avete presente, per esempio, il gruppo Lidl? – con interessi in Spagna e Grecia e avrebbe puntato la Lombardia in vista di Expo. Secondo altri, invece, avrebbe interessi nel campo dei tessuti e lavorerebbe col gruppo Ikea. Come vedete, troppi condizionali: urgono chiarezza e certezze assolute.
L’imprenditore è stato avvistato in Comune e sarebbe addirittura stato presentato al sindaco Attilio Fontana, garantirebbe di saldare il debito societario (i famosi 8 milioni e passa), permettendo al club di saldare immediatamente gli stipendi arretrati ai dipendenti.
Qualcuno ha addirittura ipotizzato che il signor Shik sia in procinto di firmare l’acquisizione delle quote (non di maggioranza) davanti al notaio: prima, non è meglio farlo conoscere a tutti e alla città?

Esistono però altri gruppi interessati al Varese, uno è capeggiato da un campione del mondo di Spagna ’82 (dicono sia un difensore e abiti in Lombardia): avrebbe parlato, pure lui, con “garanti” al di sopra di ogni sospetto.
E Antonio Rosati, che la scorsa estate si era fatto avanti per garantire la fidejussione nel momento di massima difficoltà? Un “uccellino” inglese che ben lo conosce (e ci conosce) lo ha avvistato in Inghilterra, non da solo, per verificare l’acquisizione di un club della terza serie britannica. Con lui ci sarebbe un altro nome già noto nel mondo dello sport varesino, ma a quattro ruote, disposto ad aiutare o rilevare il club da Laurenza dalla scorsa estate.
Sicuramente Varese e il Varese attirano, per la storia e la visibiltà della piazza. Perché si può solo crescere. E costruire. Magari anche il nuovo stadio. L’importante è finire nelle mani giuste.