Sogno svanito. A testa bassa verso i playoff

Il Varese perde 2-1 a Gozzano e abbandona le speranze di primo posto: Cuneo a +5 e Borgosesia a +3. Ai biancorossi non bastano volontà, sacrificio e i suoi meravigliosi tifosi. Da onorare, dando tutto da qui alla fine

Il sogno Lega Pro naufraga sulle rive del lago d’Orta. Il Varese perde 2-1 a Gozzano e vede ormai col binocolo l’isola del tesoro, dove – a meno di clamorosi buchi nelle vele negli ultimi 180’ – arriverà una tra Cuneo (prima a +5 sui biancorossi) e Borgosesia (seconda a +3), che domenica si giocheranno il campionato in un testa a testa all’ultimo respiro.

Il sogno Lega Pro naufraga e lo fa nel modo più doloroso possibile: perché in riva al lago d’Orta i biancorossi non hanno demeritato. Non, quantomeno, dal punto di vista dello spirito, dell’impegno, della volontà. Volontà che, purtroppo, non è automaticamente sinonimo di vittoria. Per quello serve anche la qualità, quella che ieri e in tante altre tappe di questa lunga crociera è mancata al transatlantico costruito nei cantieri di Masnago. La conferma, definitiva, è arrivata al termine dei primi 45’

di ieri: dominati da un Varese corto, aggressivo, affamato. Perfetto dietro, dove ha soffocato gli avversari raddoppiando e triplicando ogni idea piemontese; povero davanti, dove l’enorme mole di gioco (in termini di possesso palla, di iniziative, di tentativi) non si è tradotta né in gol né in particolari occasioni per segnare. E se non segni, prima o poi può capitare di prendere gol: così è stato, prima e dopo una reazione di nervi e orgoglio, caricata dai tifosi e realizzata dai giocatori, che si è però fermata sul raddoppio, decisivo, della squadra di casa.

Ora, naufragato il sogno vittoria, bisogna guardare ai playoff. A cui il Varese arriva a testa bassa, ferito e deluso. A cui il Varese deve puntare a testa bassa, caricando come un toro ferito che però non vuole morire. Per onorare la stagione e gli sforzi fatti, per darsi un’ultima – piccola – possibilità di tornare in Lega Pro (tramite un’eventuale ripescaggio) e per ringraziare i suoi tifosi, meravigliosi fino all’ultimo. Il sogno Lega Pro è naufragato: ma il canto del cigno – quell’urlo della marea biancorossa tra il primo e il secondo gol del Gozzano, che ha aiutato i biancorossi a fare 1-1 e provato a infilare anche il sorpasso – è qualcosa che resterà nella mente di tutti quelli che ieri erano nella tribuna centrale di Gozzano. Un canto orgoglioso, forte, potente, unito, puro, rabbioso. Struggente. Profondamente biancorosso.

I playoff diventano il nuovo obiettivo. E per raggiungerli, e per vincerli, servirà lo stesso atteggiamento di Gozzano. Fatto, come anticipato, di grande volontà e sacrificio. Quelli di un primo tempo in cui il Varese triplica gli sforzi per aggredire gli avversari e costruire la maggior mole possibile di situazioni offensive. Rare le occasioni: Piraccini conclude alto su suggerimento di Talarico (10’), Rolando impegna Gilli dalla distanza (11’) e viene in seguito murato dalla difesa (25’), Piraccini cerca l’angolo di testa senza trovarlo (33’). La più interessante al tramonto del primo tempo (44’): cross tagliato su punizione di Rolando, Scapini nel mucchio in area piccola la trova di testa ma, in precario equilibrio, non riesce a indirizzare a rete e la palla vola sopra la sbarra. 0-0 dopo i primi 45’.

Nella ripresa qualcosa deve succedere. La speranza dei tifosi è che il Varese trovi un colpo per indirizzare i tre punti verso Masnago. Ma il timore di vedere un Gozzano diverso, quello capace di vincere ogni partita in casa nel 2017 (7 su 7 prima della sfida di ieri), è fondato.

La sveglia piemontese suona dopo il 6’, quando Scapini stacca bene a centroarea ma incorna tra le braccia di Gilli su cross di Vingiano. All’11’ il Gozzano spaventa il Varese, quando Guitto scatena il suo tremendo mancino su punizione dai 25 metri: la palla scavalca la barriera, sbatte sulla parte bassa della traversa e cade a strapiombo nei pressi della riga; per i padroni di casa la palla è dentro, per l’arbitro e il suo assistente no. Il Varese si salva e non demorde, cercando di sfondare di foga e forza (15’): Vingiano va su un rimpallo e appoggia per Rolando, murato due volte; il secondo rimpallo finisce a Gazo che, al volo, spara di poco a lato. Al 21’ c’è un’altra punizione per Guitto, che calcia ancora da campione: palo pieno. È il preludio al vantaggio piemontese (22’): palla nel cuore dell’area per Aperi che, dopo 67’ di nulla, controlla spalle alla porta, crea divario con Luoni e incrocia da maestro sul palo lontano dove né Pissardo né Superman potrebbero arrivare.

Dopo un colpo così duro, in tanti si prenderebbero la testa fra le mani e si lascerebbero andare a un pianto disperato. Non i tifosi del Varese. E, di conseguenza, nemmeno il Varese. La Curva Nord canta «Non molleremo mai», il resto della tribuna, totalmente biancorossa, carica con applausi e urla. Al 28’ arriva l’1-1 che fa esplodere la gioia e la speranza. È un gol di tutto e solo cuore. Rolando crossa da trequarti, troppo lungo verso il secondo palo; troppo lungo per tutti tranne che per Viscomi, che crede fino all’ultimo di poterla raggiungere: il Visco si lancia e, in volo, riesce a metterla verso il centro, dove Ferri la lascia passare e Scapini la sbatte in rete. 1-1 e tutti in piedi: «Devi vincere! Vincere! Vincere! Vincere!». I biancorossi provano a farlo. Forse, fin troppo, perché l’enorme voglia fa consumare loro energie, fisiche e mentali. Quelle che, al 38’, insieme a un non fischio dell’arbitro, concedono il definitivo 2-1 al Gozzano. Sul secondo angolo in fila Mastrilli, dopo un contatto che sembra a tutti falloso tranne che al direttore di gara, sfonda a sinistra fino alla linea di fondo, dentro l’area, e spara dentro un cross rasoterra potente e velenoso; Pissardo se lo trova addosso e non riesce a respingerlo, la palla passa e arriva a Ficco che, facile facile, appoggia in rete il tap-in. Finisce qui, perché nel finale il Varese non riesce a radunare le idee per tentare un assalto utile alla porta piemontese. Finisce qui, perché nel frattempo Cuneo e Borgosesia hanno vinto e sono scappate via. Ma non finisce qui, perché ora bisogna dare tutto per andare all’assalto dei playoff. Per onorare gli sforzi fatti e, soprattutto, una tifoseria che dà tutto in serie D pur meritando la serie A.

nel st Aperi (G) al 22’, Scapini (V) al 28’, Ficco (G) al 38’.

(4-1-4-1): Gilli; Lenoci, Emiliano, Mikhaylovskiy, Mastrilli; Guitto; Gulin (Mantovani dal 16’ st), Parisi (Ficco dal 16’ st), Segato, Lunardon (Gemelli dal 40’ st); Aperi. A disposizione: Signorini, Mazzola, Tordini, Usei, Vono, Selvaggio. All. Gardano.

(3-4-1-2): Pissardo; Luoni, Ferri, Viscomi; Talarico, Gazo (Moretti dal 40’ st), Vingiano (Cusinato dal 26’ st), Bonanni; Rolando; Piraccini (Giovio dal 21’ st), Scapini. A disposizione: Bordin, Simonetto, Granzotto, Benucci, Lercara, Innocenti. All. Bettinelli.

Vitaliano di Livorno (Cogozzo di Chiavari e Ferrari di Imperia).


Spettatori: 800. Ammoniti: Guitto, Mastrilli e Mantovani (G); Viscomi e Luoni (V). Angoli: 6-5; fuorigioco: 0-7; tiri (in porta): 7 (6) – 12 (5); falli: 12-18; recupero: 2’ + 4’.