«Ora, senza grandi ansie, senza pressioni (ma anche) senza aspettative, dobbiamo prepararci per la prima partita di domenica prossima. L’obiettivo è sempre quello: trovare una squadra da metterci dietro».
Una frase così (è quella pronunciata da coach Attilio Caja dopo il +30 rifilato allo Stelmet Zielona Gora), è la vera ciliegina sulla torta dell’estate biancorossa. Lo scintillante precampionato che sta facendo parlare, sorridere, finanche sperare per il suo ormai definitivo bilancio numerico (9 vittorie e 2 sconfitte: il migliore degli ultimi sei anni dopo quello della stagione 2012/2013) non poteva che concludersi con una dichiarazione che è insieme consapevolezza e furbizia, sano “maniavantismo” e realtà, modestia e voglia di grandezza, finitezza delle umane possibilità e manifesto programmatico. Decalogo e guida.
I fuochi d’artificio di chi ha messo in fila Torino, la Virtus Bologna, i campioni di Polonia e ha lottato ad armi pari contro un’altra squadra da Champions League come Saratov ritornino a essere miccette nella quotidianità degli allenamenti e davanti all’infinito di un’intera stagione da scoprire. La Openjobmetis 2017/2018 ha capito di essere povera, modesta, bisognosa di sacrificio e sudore ancor prima di vedere compiutamente la luce. Questo pensiero ha accompagnato ogni scelta di mercato,
ogni dichiarazione, ogni intento; è stato poi il benvenuto di ogni nuovo giocatore, è stato l’abc di ogni seduta tecnica, la palla a due di ogni partita, il cemento di quei primi rapporti umani che sempre si accompagnano a quelli sportivi. È riecheggiato a Masnago, nel silenzio di un lavoro a testa bassa. Risultato? Qualche occhio ha già strabuzzato, qualche tabellino ha già parlato, qualche emozione ha già bussato al cuore. E non accadeva da anni, di questi tempi.
Si continui così allora. Solo così: aspettative zero, fatica come se non ci fosse un domani, consapevolezza di dover rincorrere chiunque da qui al 9 maggio. Che dietro ne rimanga solo una o di più, la strada è tracciata.