«Tigrotti, è ora di alzare la testa»

Oggi a Bergamo (ore 17.30) la Pro Patria cerca di schiodare lo zero in classifica e di fare bella figura. Nicolò Schira, firma della Gazzetta: «Cantiere aperto, ma l’Albinoleffe è un avversario alla portata»

Dire che il campionato della Pro Patria comincia oggi sarebbe eccessivo, però insomma: dopo le impari sfide con le corazzate FeralpiSalò e Pavia, oggi i tigrotti di mister Alessandro Oliva affrontano una squadra un po’ meno fuori portata come l’Albinoleffe, ancora fermo a quota zero come la Pro (ma con una gara giocata in più).
Nel match che andrà in scena alle 17.30 allo stadio Atleti Azzurri d’Italia ci si aspetta di vedere – se non un risultato positivo (che pure sarebbe fondamentale) – quanto meno una Pro Patria che dia segni di vita, e magari renda la vita difficile agli orobici di mister Sassarini.

Che non hanno ancora conquistato un punto, è vero, ma la scorsa settimana hanno tenuto testa sul piano del gioco a un top team del girone A come il Bassano.
Occhi ben aperti, dunque, perché il match sarà tutt’altro che semplice. Però basta imbarcate: dopo i nove gol incassati nelle prime due gare, è ora di cominciare a mostrare qualche progresso.
Abbiamo chiesto un parere sulla situazione dei tigrotti a Nicolò Schira, giornalista ed esperto di mercato della Gazzetta dello Sport,

presente l’altra sera in tribuna al Fortunati di Pavia: «La sfida con l’Albinoleffe è già più indicativa delle due precedenti, visto che dall’altra parte c’è un’altra squadra che lotterà per non retrocedere – spiega Schira – Certo, la Pro Patria in questo momento è ancora un cantiere aperto, e anche in una partita come quella di oggi non sarà semplice fare risultato. Ma un conto è giocarsela fino alla fine, un altro è subire un’altra batosta. Se ciò accadesse, la situazione si farebbe davvero preoccupante».

Anche se non mancano le attenuanti: «I giocatori sono arrivati alla spicciolata negli ultimi giorni di mercato, si allenano insieme da un paio di settimane: impossibile pretendere ora meccanismi di gioco oliati. Oltretutto, dovendo allestire la squadra a mercato praticamente finito, la società non ha potuto certo acquistare delle prime scelte, ma elementi che erano in esubero altrove, o ragazzi alle prime esperienze, appena usciti dai settori giovanili. Aggiungiamo il ritardo di condizione rispetto alle altre squadre, e il quadro è completo».
Cosa manca alla Pro Patria per essere più competitiva in chiave salvezza? «Un portiere esperto di categoria. Un cannoniere che riesca a sfruttare al massimo le occasioni, anche se in attacco il mercato degli svincolati offre poco in questa fase. E poi, tra difesa e centrocampo, bisogna capire se serve di più un uomo in mediana a protezione della difesa, ma che sappia anche costruire gioco, oppure un altro difensore centrale. Mercoledì mi ha colpito vedere come il Pavia affondasse come una lama nel burro ogni volta che faceva una percussione centrale».

Nonostante tutto, la firma della Gazzetta invita a vedere il bicchiere mezzo pieno: «Dopo le difficoltà e gli equivoci societari della scorsa stagione, finalmente si è voltato pagina – nota Schira – La nuova proprietà è sana, composta da persone serie e con le idee chiare. Certo, se uno si aspetta che Nitti, Collovati e Testa si mettano a spendere e spandere, allestendo squadroni, è fuori strada. A Busto non ci sono i budget di Alessandria, Pavia, Salò o Padova. Ma si può ugualmente costruire qualcosa di interessante».
Quindi? «Per quest’anno l’obiettivo deve essere salvarsi, anche all’ultimo minuto dei playout. Poi si potrà programmare e allestire una buona squadra per l’anno prossimo. In questo momento serve la massima unità d’intenti tra società, squadra e tifosi».n