Ubi Maynor, il mercato… cessat

Richieste di Bologna per lui? Non se ne parla. Anche perché la società potrebbe lavorare a una riconferma

Eric Maynor? Non si muoverà da Varese, almeno fino a quando l’ultima palla stagionale verrà giocata dalla Openjobmetis di Attilio Caja. Dopo? Ogni scenario rimane aperto, anche quello di una conferma per il 2017/2018, sebbene qualsivoglia previsione sia al momento poco più che una chiacchiera.

Il “caso” relativo al playmaker nativo di Raeford, North Carolina, è nato da alcune voci riportate dalla stampa vicina all’ambiente cestistico bolognese. Siti specializzati hanno infatti pubblicato durante il weekend pasquale la notizia di un tentativo da parte della Virtus Segafredo Bologna di accaparrarsi i servigi di Maynor in vista degli imminenti playoff di Serie A2, che la formazione allenata da Alessandro Ramagli affronterà con non nascoste ambizioni di promozione. Le Vu Nere cercherebbero un giocatore di livello per sostituire, o affiancare nell’ipotesi di una scelta italiana (fatti anche i nomi di Luca Vitali e di Stefano Gentile), Michael Umeh, uno dei leader della squadra bianconera con 17,4 punti di media segnati a partita.

Le loro mire parrebbero tuttavia non aver raggiunto piazza Monte Grappa: la società biancorossa – per bocca dei suoi principali rappresentanti – a ieri non aveva ricevuto alcuna offerta virtussina per Maynor, nè alcuna richiesta di trattativa da parte dell’agente dell’atleta americano, Luigi Bergamaschi. Del resto un “no” sarebbe stata (e sarà) la risposta a una cessione che Varese non prenderà in nessun caso in considerazione almeno finché la squadra scenderà sul parquet in questa stagione, nella quale lottare in primis per divertire i tifosi e poi per alimentare il “sogno impossibile” dei playoff rimane un imperativo condiviso da tutti a Masnago e dintorni.

Differenti potrebbero essere i ragionamenti dopo il 7 maggio, data dell’ultima giornata di serie A, qualora – come molto è probabile che sia – la Openjobmetis dovesse concludere il campionato fuori dalle prime otto. I contratti annuali dei giocatori scadono al 30 giugno e, in presenza di richieste da parte di club di A2 o esteri per le rispettive post-season, un’eventuale via libera consentirebbe alla società di risparmiare gli emolumenti degli ultimi due mesi dell’accordo.

Una chance che Varese non scarterebbe a priori per gli elementi del roster che non hanno il contratto garantito per il 2017/2018, soprattutto alla luce delle difficoltà a far quadrare i conti sopportate quest’anno. Una chance, però, che dovrà essere pesata con le strategie di mercato relative alla prossima stagione.

Maynor, in tal senso, è un esempio che fa gioco. Il play non è vincolato alla Pallacanestro Varese per l’anno venturo, al pari di tutti gli altri stranieri biancorossi (esclusi Norvel Pelle, Aleksa Avramovic e Kristjan Kangur), di Giancarlo Ferrero, Massimo Bulleri e Luca Campani. La Varese che ripartirà da Attilio Caja (si chiarisca per l’ennesima volta che il coach pavese ha già il posto sicuro sulla panchina del futuro e che nessuno in piazza Monte Grappa intende esercitare la clausola contrattuale di uscita al 30 giugno.

In settimana, piuttosto, potrebbe arrivare una conferma pubblica, come atto di riconoscenza), avesse anche una sola possibilità da giocarsi con l’ex Nba se la giocherà, tanto è marcata la considerazione dell’Artiglio nei confronti di colui al quale ha consegnato le chiavi della rimonta salvezza. Maynor a Varese sta bene, serba gratitudine nei confronti di chi per due volte lo ha rimesso in piedi e non è uomo che mette le condizioni economiche al primo posto di una decisione professionale.

Quanto varranno questi “assets”, per lui e per il suo agente, davanti al gradimento di un basket europeo che negli ultimi mesi lo ha ri-ammirato leader e che potrebbe farsi avanti con proposte interessanti?