Un miracolo chiamato Giana Erminio. Modello da seguire nel calcio di oggi

Viaggio a scoprire la società che domani il Varese (ore 17) affronterà in amichevole al Franco Ossola

La Giana Erminio è storia e miracolo. È semplicità e passione, è soprattutto un modello da prendere ad esempio nel calcio fuggevole di oggi, per emergere nell’isteria dei dilettanti e cercare stabilità nel futuro.

Perché parliamo della Giana? La formazione di Gorgonzola, fondata nel 1908, domani affronterà il Varese in amichevole al Franco Ossola alle 17. E la storia di questa piccola società merita di essere raccontata, scolpita, imparata. Partendo anzitutto dal nome: si chiama così in onore di Erminio Giana, diciannovenne di Gorgonzola, sottotenente del 4º Reggimento del Battaglione alpino “Aosta”, caduto sul Monte Zugna nel 1916, durante la Prima guerra mondiale in una controffensiva dell’esercito imperiale austro-ungarico, ed insignito della medaglia d’argento al valor militare. Il Regno d’Italia, allora, riconosceva un “soprassoldo” annuale di 250 lire ai valorosi oppure alle famiglie, come nel caso di Giana. La madre del valoroso decise di donare alla città un terreno da utilizzare come campo da calcio: solo nel 1932 la società, nata prima come Associazione Sportiva Argentia e da 1931 come Associazione Sportiva Gorgonzola, prese il nome di Giana Erminio. Una storia che da sola merita rispetto.

Anche la struttura stessa della società è inedita, quasi una oasi lontana anni luce dalle dinamiche attuali: il presidente è Oreste Bamonte, dal lontano 1985 quando la Giana annaspava in Prima Categoria. Nel 2014 è riuscito a completare un percorso storico, portando la Giana tra i professionisti per la prima volta. Nativo di Battipaglia, Bamonte vive a Gorgonzola da oltre mezzo secolo e al nord ha deciso di esportare la produzione delle mozzarelle, tanto famose – e buone – nella sua terra natale.

Al suo fianco, dal 1994 l’allenatore Cesare Albè: il pragmatismo del Paron Nereo Rocco, la longevità di Sir Alex Ferguson, doti in grado di confezionare un miracolo mai urlato, ma fatto di lavoro sul campo e di sacrificio. Albè ha 67 anni e in oltre 35 anni di carriera ha vissuto tutte le categorie, dalla Terza alla Lega Pro, prima dividendosi tra un posto alla Siemens (ora è in pensione) ed i polverosi campi di periferia.

Paura e peli sulla lingua, mai avuti: celebre il suo sfogo verso Mihajlovic e Balotelli, ma è legittimo che la sua parabola giunga agli onori della cronaca per quanto fatto sul campo. A breve la Giana inizierà la sua quarta stagione tra i professionisti, l’anno scorso ha raggiunto per la prima volta i playoff di Lega Pro, perdendo però contro il Pordenone. Comunque un traguardo da celebrare. Dal marzo 2015, inoltre, la Giana può contare su uno stadio – il Comunale Città di Gorgonzola – completamente ristrutturato e in grado di ospitare circa 3700 spettatori. La squadra, al suo interno, ha elementi di esperienza come Alex Pinardi, regista classe 1980 con una vasta esperienza tra Serie A e Serie B, oppure l’attaccante Sasà Bruno, anch’egli con una esperienza pluri-decennale nei campionati più decorati. L’ultimo acquisto in ordine di tempo è quello di Axel Caldirola, ex settore giovanile del Varese, ma anche di Varesina e Novara, arrivato proprio quest’estate. In attacco, oltre a lui, interessante la parabola di Okyere, in Serie D alla Grumellese (ora allenata da Giuliano Melosi) fino a due stagioni fa, poi scoperto da Albè e portato alla Giana, dove l’anno scorso ha sorpreso segnando tanto e contribuendo alla grande annata. Sarà solo un’amichevole domani, però contro un avversario davanti al quale è lecito togliersi il cappello.