Varese corre, Cantù non esiste

La Openjobmetis annienta i “cugini” decimati, in un match sospeso per... pioggia a 5’ dal termine

Vincere un derby con 20 punti di scarto solletica sempre il palato, anche se si tratta di estate (peraltro non meteorologica…), di esperimenti tecnici diffusi e di un avversario decimato (assenti nelle file di Cantù Cournooh, Smith, Burns e Culpepper) e già conciato per le feste. Fatta questa premessa, il 70-50 con cui Varese schianta i “cugini”, aggiudicandosi il 3° posto al Trofeo Lombardia 2017, ha gusto anche per alcuni spunti del campo dopo il -20 accusato sabato da Brescia.

Al secondo giro di Desio, nei circa 35’ di un match sospeso per… pioggia, i biancorossi tengono meglio dal punto di vista fisico, corrono – trovando quei canestri facili che in assenza di talento diffuso sono buoni (e utili) come il pane – e difendono con pochissime pause. La Cantù mai in partita viene matata dalla solidità sotto canestro di Cain, dalla velocità e dall’applicazione di Avramovic, dai canestri di ottima fattura di Nicola Natali e da un Wells in decisa carburazione rispetto alla contesa con Brescia. Bene così, ricordandosi sempre la regola non scritta del precampionato: non ci si deprime per le sconfitte, non ci si esalta per le vittorie.

La Varese che ha le gambe, il fiato e la concentrazione per difendere e poi scattare in campo aperto è una squadra che può sapere il fatto suo. Pronti via, gli anticipi dietro e il controllo dei rimbalzi favoriscono delle folate offensive condotte da Avramovic e da un Wells (4 assist nei primi 7’) più sul pezzo rispetto a sabato: piovono (parola chiave di giornata) canestri facili, o del duo o dei compagni (bravo Cain a farsi trovare spesso pronto), tutti beneficiari della verve diffusa. Cantù, che è solo Crosariol, rapidamente si stacca: 15-4 al 5’, 27-10 alla prima sirena, quando anche due bombe di Natali corroborano il vantaggio.

Dopo averne presi 27 in 10’, i brianzoli provano a riorganizzarsi un minimo al ritorno sul parquet, costringendo Varese a ragionare di più: problema relativo, perché la truppa dell’Artiglio trova delle buone circolazioni che liberano al tiro i precisi Tambone e Natali. Wells e l’astinenza balistica dei cugini aiutano il margine a dilatarsi ulteriormente: è +18 al 14’ (36-18) e addirittura +21 (43-22) al 18’, nonostante una sofferenza a rimbalzo acuita dalla zona, prima che un sussulto di orgoglio del giovane Vai riduca il gap a -18 (45-27) al suono della seconda sirena.

Dicevamo: Cantù non è Brescia, né tecnicamente, né fisicamente, né – a quanto pare – moralmente (nel senso che pare già avere il morale sotto ai tacchi…): più facile per la Openjobmetis mantenersi in linea di galleggiamento anche nel terzo periodo, quando si scorge un impercettibile calo atletico generale tra i varesini. Prima Wells, con autorevolezza e penetrazioni al fulmicotone, poi “Avra” – grande protagonista soprattutto difensivo del quarto – non permettono mai ai brianzoli di scendere sotto i -20 di freddo. Anzi: con una serie “Avramovic to Pelle” si tocca anche il +25 (61-36 al 28’), prima di chiudere la frazione 61-40.

Piove dal tetto del PalaDesio (bene ma non benissimo…) e piove sulla squadra di Kyril Bolshakov, che sprofonda presto a -30. Non è il problema principale: le gocce che scendono dalla volta del palasport bagnano senza requie il campo, tanto da richiedere continue sospensioni del gioco per asciugare il parquet. Non si può andare avanti così: gli arbitri, d’accordo con gli allenatori, sospendono l’amichevole al 35’, sul punteggio di 70-50. Meglio così, soprattutto per i parenti russi…