«Varese, eri il mio sogno»

Giampaolo Calzi, una delle sorprese più belle di questo inizio di stagione dei biancorossi

É la stagione 1997-1998: il Varese di Giorgio Roselli conquista sul campo il primo posto nel girone A del campionato di Serie C2 e si guadagna l’accesso diretto in Serie C1. Sugli spalti, Giampaolo Calzi non ha ancora compiuto 13 anni ma è già innamorato di quella maglia, di quei colori. Sono passati quasi vent’anni, ed ora quel desiderio si è realizzato: Giampaolo è tornato a casa, è tornato per vestire la maglia del Varese.
Lui stesso ci racconta un po’

come è nata la possibilità di vestire il biancorosso: «Ho voluto tanto questo ritorno. Con il direttore sportivo Merlin, abbiamo concluso la trattativa all’una di notte, quasi di nascosto. Arrivavo da Venezia, la Triestina mi aveva fatto un’offerta economicamente più vantaggiosa. Mauro Milanese ci è anche rimasto male. Ma io volevo il Varese, avevo già scelto senza guardare il portafoglio, la voglia di vestire biancorosso è stata più forte di un contratto più oneroso. Era qualcosa che inseguivo fin da bambino, da quando giocavo nel settore giovanile del Varese e guardavo la squadra di Mario Beretta che veniva promossa in Serie C1».
Un aneddoto che lui ci racconta così: «Portarono i ragazzi del settore giovanile allo stadio per festeggiare con la squadra quella promozione. Pensa che ancora ho in mente alcuni giocatori di quella squadra che scese in campo: in mezzo c’era Gorini, Gheller a destra, in porta Brancaccio, in attacco Possanzini, Borghetti a centrocampo, Roselli in panchina e Capozucca direttore generale. Credetemi, per me questo è un sogno, ho sempre voluto tornare perché Varese è casa mia: sono nato qui, ma madre e le mie sorelle vivono a Casale Litta». Ora è realtà, e questi primi giorni hanno rafforzato la scelta di Giampaolo di tornare: «Per ora va tutto bene, oserei dire alla perfezione. La base di lavoro e di preparazione fatta in questo mese è importante, nelle gambe c’è la benzina per disputare un campionato di alto livello. Ho la fortuna di avere dei compagni eccezionali che fin da subito mi hanno fatto sentire parte del gruppo. A loro, così come alla società, devo dire grazie perché ho trovato un ambiente fantastico che ci aiuterà per tutto l’anno». Nella prima uscita ufficiale, il derby di domenica contro la Varesina, ha messo subito in mostra la grinta e la personalità di Calzi, punto di riferimento che già sembra imprescindibile in mezzo al campo: «Era un derby, andava affrontato così, perché queste partite sono sempre belle da giocare. Volevamo fare bella figura e ci siamo riusciti, anche se siamo consapevoli che non abbiamo fatto ancora nulla. C’è tanto da migliorare a livello generale, ci alleniamo ogni giorno per questo. Perché quando la gente si aspetta tanto da te, tu non puoi deluderla. Devi dare tutto, specialmente quando indossi la maglia della squadra di cui sei tifoso fin da bambino.
L’adrenalina arriva da sola, devi essere sul pezzo, perché quest’anno tutte le partite in Serie D andranno affrontate così. Le squadre ci aspetteranno, proprio come il Verbano e la Varesina». Intanto, guardandosi intorno, si ritrova in una squadra piena di qualità, tra giovani e vecchi: «C’è predisposizione al lavoro ed al sacrificio. Quando vedo i giovani allenarsi a duemila all’ora, capisco di essere in un gruppo eccezionale che sa lavorare sulla fatica. Sono tutti dettagli che po si ritrovano in campo la domenica. Questa è una mentalità che il gruppo storico si porta dietro dall’anno scorso. Potrei nominare tanti nomi di giocatori che mi hanno sorpreso in questo mese, ma non sono banale se dico che davvero tutti meritano di giocare per l’impegno che ci mettono in allenamento».