Varese fallito: richieste per 13 milioni. Da Ebagua a Equitalia e a… Laurenza

Ecco lo stato passivo con le pendenze di 71 creditori (altri possono aggiungersi) che il 24 arriva al giudice. Oro in Euro avanza una richiesta - per ora “congelata” - di un milione. Poi

I dubbi sui debiti del vecchio Varese 1910 saranno presto chiariti dall’udienza che, alle 10 di mercoledì 24 febbraio, porterà davanti al giudice delegato e al curatore fallimentare i 71 creditori che hanno presentato, entro il 25 gennaio, domanda tempestiva di ammissione al passivo per un totale di oltre 15 milioni di euro, ridotti nella proposta dello stesso curatore a poco meno di 13.

Proprio ieri, Fisco ha compilato il «progetto di stato passivo creditori», relativo alle 71 richieste tempestive: «Ma – come ci tiene a ribadire il commercialista – si tratta di un progetto e dunque il quadro non è definitivo: il giudice delegato potrebbe apportare delle modifiche e poi alcune domande, poche per la verità, sono in sospeso, in attesa che arrivi la documentazione richiesta». Questo è il caso di , lo sponsor di , che ha avanzato la richiesta di 1.194.604,02 euro: credito chirografario ovvero che otterrà soddisfazione dopo i crediti privilegiati. Sul progetto non compare la proposta del curatore unicamente perché il contratto che era stato stipulato il primo luglio del 2014 e che era stato richiesto lunedì da Fisco non è ancora arrivato.

Nella maggior parte dei casi la proposta c’è già, come nelle domande presentate da alcuni giocatori: (21.000 euro), (15.479,03 euro), (57.750,43), (29.189,55 euro), (28.541,66 euro), (68.008,95 euro), (76.537,79 euro), (96.200,20 euro), (5.519,26 euro). Ben più alta la richiesta di : l’attaccante vorrebbe 1.281.359,93 mentre la proposta di Fisco è di 85.000 euro «in quanto era la somma proposta dal giudice del lavoro al fine di una conciliazione».

pretende 11.093.120,21 euro (credito privilegiato) e 86.938,57 euro (credito chirografario) e il curatore fallimentare ha proposto 10.264.338,24 euro di privilegio e 915.720,50 di chirografario, con questa chiosa: «Si ammettono le spese di aggio (i diritti di riscossione, ndr) al chirografo anziché al privilegio». Come detto, il progetto di stato passivo dei creditori non è però definitivo e l’udienza del 24 servirà comunque per fare una prima verifica dei crediti. Si attendono intanto anche le domande di ammissione al passivo tardive: quelle che si possono ancora presentare e saranno prese in considerazione fino a un anno dal prossimo 24 febbraio e che porteranno all’aggiornamento progressivo dello stato passivo (il giudice, di conseguenza, fisserà udienze successive).

Bruno Fisco è stato impegnato non solo nell’esaminare le domande tempestive dei creditori, arrivate entro il 25 gennaio, ma anche nel capire quali sono i cespiti, cioè i beni del vecchio Varese 1910, e quali i crediti. E qui dobbiamo tirare nuovamente in ballo una società a responsabilità limitata (srl) che ruotava intorno al Varese 1910 (spa) e che è fallita l’11 gennaio: «la Sportiva Srl Con Unico Socio» con sede in via Manin 30. Era stata creata apposta per gestire il marketing del Varese: la sua istituzione non fa notizia perché tutti i club professionistici di un certo livello si appoggiano a questo tipo di società. La cosa che semmai è rimasta nel silenzio riguarda la cessione, anzi, il conferimento del marchio dalla spa alla srl, avvenuto nel dicembre del 2013, dopo un’attenta perizia che ne aveva quantificato il valore, messo quindi a bilancio. Il curatore fallimentare, nel caso della Sportiva, è , il giudice delegato sempre Miro Santangelo e l’udienza per l’esame dello stato passivo è fissata per le 11 del 13 aprile. Fisco ha scoperto che il Varese 1910 «avanza mezzo milione di euro dalla Sportiva».

Fisco ha anche cercato di mettere insieme un briciolo di attivo della vecchia società, costituito, al momento, dalla vendita di beni mobili e dal recupero di qualche credito ma ovviamente la sproporzione con le passività è enorme, altrimenti il club non sarebbe fallito. Il commercialista precisa: «I cespiti sono pochissima cosa: la perizia dell’esperto del tribunale, dopo l’inventario effettuato, ne ha quantificato il valore in circa 10 mila euro. I crediti esistono con la Lega di Serie B, che ha collaborato in maniera encomiabile e ci tengo a ringraziarla pubblicamente». Fisco non può ovviamente dare giudizi personali su come il Varese 1910 sia stato amministrato e le sue considerazioni faranno parte della relazione che, a sua tempo, verrà presentata al giudice delegato e al procuratore delle Repubblica e i cui contenuti saranno riservati. Almeno, però, può rivolgere un appello, frutto non solo di professionalità ma soprattutto di buon senso: «I beni del Varese sono in vendita sul sito di Expò Invest (www.astexpo.it, ndr) e, oltre a scrivanie e ad altri arredi d’ufficio, ci sono molte coppe e targhe vinte non solo dalle squadre giovanili biancorosse. Sarebbe logico che tutti questi trofei rimanessero insieme perché fanno parte della storia del calcio cittadino e che a ritirarle fosse il nuovo Varese».

Il presidente Gabriele Ciavarrella è sempre disponibile a prenderle: «Ribadiamo la nostra volontà e aspettiamo un incontro con Fisco». L’asta però è online e scade domani alle 16. Fra l’altro tra i trofei ce ne sono due particolarmente preziosi, almeno a livello affettivo perché sono le coppe conquistate dai giocatori di Beppe Sannino durante la loro esaltante ascesa in Serie B: quella per il primo posto nel girone A di Seconda divisione nella stagione 2008-2009 e quella per il secondo posto nel girone A di Prima Divisione del campionato successivo. La base d’asta (aperta a tutti) per ciascuno di questi due pezzi imperdibili parte da dieci euro. Il Varese 1910 vanta anche crediti dal calciomercato, le cui operazioni prevedono pagamenti con tempi lunghi: «Prima ancora della sentenza di fallimento – dice Fisco – sono state emesse fatture a saldo e trasmesse alle varie società e in copia alla Lega di Serie B che, in stanza di compensazione, provvederà ai conteggi tra attivi e passivi e a liquidare la differenza, aggiungendo diritti televisivi o altre spettanze derivate, ad esempio, dal minutaggio dei giocatori con meno di 21 anni».