Varese, l’altolà del presidente Macalli «Società onesta e garanzie. O fuori»

A tu per tu con il numero uno della Lega Pro: «Non sono io cattivo, parlano leggi e regolamenti. Il mio campionato è sano, basta fare davvero i controlli. E le tempistiche di certi procedimenti...»

Dovrà essere un Varese con il vestito della festa se vorrà partecipare al gran ballo della Lega Pro. Non è ammesso alcun rammendo, ma un capo che profumi di nuovo. Manca solo la matematica per certificare il ritorno nella categoria lasciata nel giugno 2010; una formalità, in attesa della sostanza di fine giugno che dovrà rispettare regole stringenti «come vogliono prima di tutto la legge, quelle federali e della Lega Pro», afferma il numero della terza serie Mario Macalli e vice presidente della Figc.

Più che Macalli vi sono delle regole civilistiche che vanno rispettate. Per iscriversi alla Lega Pro occorre presentare la fidejussione ed essere in regola con i pagamenti con i tesserati. Cose che si sanno. La società deve dimostrare di essere patrimonialmente sana, ma, come dicevo, ci sono norme di legge che impongono certi comportamenti in merito alla capitalizzazione o all’indebitamento.

Di cose se ne sentono tante, ma non la conosco e quindi non intendo commentare cosa è avvenuto o cosa avverrà a Varese.

Secondo lei vanno commentati? Sono stati commessi da barbari. Purtroppo in Italia non si è ancora capito che una volta si può vincere e l’altra si può perdere. Il calcio è un gioco.

Riguarda tutte le leghe. Sono disposizioni che sono state approvate dal consiglio federale. Chi acquista più del dieci per cento di una società deve dimostrare di essere moralmente a posto e deve farsi rilasciare un attestato di solvibilità da un istituto bancario. Se no si sta fuori dalla porta.