Varese, un amore di… famiglia. «Papà, vincerò anch’io qualcosa»

Mauro Modesti, figlio del medico della Ignis Piero, racconta il suo ritorno in società

Per il dottor Mauro Modesti, la Pallacanestro Varese ed il basket in generale sono una questione di famiglia, di passione, di affetto e anche di ricordi.

Figlio di Piero Modesti, storico medico sociale della grande Ignis, Mauro fa attualmente parte dello staff medico della società biancorossa, a partire da questa estate, al fianco del dottor Mario Carletti. Per lui è stato un ritorno a Masnago, in cui aveva già vissuto un’esperienza precedente sempre insieme a Carletti. Tornare sui legni dell’attuale PalA2A ha un sapore molto speciale: «Per me è stato fantastico quando ci hanno chiamati per tornare a far parte dello staff medico. La pallacanestro è il mio sport preferito e la passione chiaramente prevale, perciò è stata una notizia che ho preso benissimo con grande gioia. Dedichiamo tanto tempo ora alla Pallacanestro Varese e lo facciamo con estremo piacere».

Come dicevamo, per lui è stato un “ritorno a casa” quest’estate: «La mia prima esperienza è durata circa tre anni, ero arrivato a stagione in corso nell’annata del ritorno in Serie A, quando ci salvammo all’ultima partita con Cremona. Un’esperienza che durò fino al 2011. Tornare quest’anno, lo dico sinceramente, è stato come tornare a casa. Perché alla fine ho ritrovato tutti quanti. Ferraiuolo c’è ancora, c’è Toto Bulgheroni con cui è impossibile non andare d’accordo: quando lo incontri al palazzetto, è immancabile il siparietto sugli avvenimenti passati, poi ha sempre una buona parola per tutti. Paolo Conti già lo conoscevo, così come Marco Armenise e Mauro Bianchi, preparatore atletico e fisioterapista. Con Coldebella c’è stato subito un ottimo rapporto d’intesa. Ripeto, mi sento in famiglia perché si va d’accordo, ci si parla tutti i giorni, ci si confronta. Siamo un bel gruppo, c’è un ambiente positivo».

Il coinvolgimento, vivendo le partite dalla panchina, è completamente diverso: «E anche più stressante. Sei molto più coinvolto così che come tifoso, perché vivi ogni giorno i piccoli problemi, conosci bene i giocatori, è tutta un’altra cosa. Anche andare in trasferta, è faticoso perché ti giochi i giorni di riposo però come esperienza è incredibile ed estremamente divertente».

Suo padre, il dottor Piero Modesti, è stato il medico sportivo della Ignis Varese per lungo tempo. Ripercorrere i suoi passi per il figlio Mauro è qualcosa di grande: «Lui era medico sportivo e quello era il suo impiego principale, ed è diverso dal mio caso. Ha svolto la professione a livelli che io non potrei mai immaginare di raggiungere. Ma mi inorgoglisce essere seduto lì e vedere al mio fianco Sandro Galleani. Essere qui per me è aver raggiunto un obiettivo. Pur avendo una specialità diversa, perché io sono ortopedico, mi fa immensamente piacere essere in Pallacanestro Varese come lui. Perché fin da bambino, da quando avevo sei anni, ero al palazzetto a vedere le partite, è una questione di cuore. Mio padre ha vinto tanto, tantissimo, ma erano anche tempi diversi. A me basterebbe vincere anche molto meno rispetto a lui, ma è già bello far parte di questo gruppo».

L’occasione ci porta anche a chiedergli qualche curiosità fisica ed atletica sui giocatori: «Ammetto che per carica agonistica Pelle e Avramovic sono veramente incredibili. Ma sotto questo punto di vista, sono in tanti i giocatori ben messi, penso ad Eyenga, ad Anosike, allo stesso Maynor che ha seguito molto bene il programma di recupero e sta dimostrando di avere voglia di tornare completamente a posto. Tutti, comunque, lavorano con grande entusiasmo e grande impegno. Hanno voglia di fare fatica». L’ultimo appunto, puramente giornalistico, è relativo a Luca Campani: «Lo stiamo seguendo e stiamo facendo di tutto per recuperarlo. La sua è una situazione in evoluzione, speriamo di poterlo mettere in campo molto presto».