«Vavassori a Varese? Lui è puro e vale. Sogno una serie D come… l’Eccellenza»

Enzo Rosa: «L’ex patron della Pro Patria è animato da buona fede e limpidezza. Ama un calcio pulito. Il possibile ripescaggio in Lega Pro? Discorso economico e di regole. Meglio cavalcare l’entusiasmo»

È il nome dell’ex presidente della Pro Patria: uomo di calcio, abituato a palcoscenici di primissimo piano.

Da noi vedo solo gente che sappia fare bene e punti ad arrivare in alto. Mi vanno bene tutti, tranne quei filibustieri che puntano ad arricchirsi sulle spalle dei biancorossi. Ce ne sono in giro tanti, dappertutto e gli esempi non mancano. Ma ci sono anche nomi animati da buona fede, limpidezza e da una idea di calcio pulito.

Sì, ma perché mi continua a fare il suo nome?

Iniziamo a precisare subito un concetto: Merlin è un uomo del Varese e di nessun altro. Lo conosco da quando era un ragazzino e veniva al Franco Ossola insieme al nonno, uno dei più grandi tifosi biancorossi che io abbia mai conosciuto: Gino Regis. Ha il patentino da direttore sportivo, è un ottimo professionista e ha tantissimi contatti con giocatori e squadre di Lega Pro e Serie D. L’anno prossimo, insieme a Giorgio Scapini, ci aiuterà ad allestire una rosa competitiva che ci permetta di essere lì davanti anche in una categoria superiore.

Di sicuro i nostri record, che appagano momentaneamente la nostra tifoseria, sono visti all’esterno con indifferenza, considerando la categoria bassa in cui ci troviamo. Può darsi che non lasceranno il segno, però ci piacciono anche perché questo è l’anno zero del Varese Calcio. Il mio sogno è di tornare nel calcio che conta vincendo sempre per distacco e dunque con gli squilli di tromba. Mettendo in fila quei record che adesso possono sembrare insignificanti.

Se dovessero cambiare i criteri di ripescaggio lo capiremo. Per il momento stiamo pianificando una D da protagonisti ma, se qualcosa ci catapultasse immediatamente in Lega Pro, dovremmo fare i conti con il discorso economico e il primo obiettivo sarebbe quello di mantenere la categoria. Dopo questo campionato da record in Eccellenza ci vuole ancora entusiasmo e un anno in D per vincere e cercare di mettere in fila altri primati ci darebbe forse maggiore soddisfazione.

Che mi state riportando al 1972 in curva nord con i Giovani Biancorossi di Gazzada. C’erano cori pittoreschi come questo e un altro, un po’ infantile ma simpatico, diceva: «Là nella valle c’è un filo d’erba, Como…». Lascio a voi intuire come finisca. Ma perché mi ha chiesto proprio di «olio, petrolio, benzina minerale, per battere il Varese ci vuol la nazionale»?

Vede, io e gli altri soci fondatori del Varese ci mettiamo sempre in discussione, e lo stesso vale per tutti quelli che vivono nella famiglia biancorossa. L’unico che io non metterei mai in discussione si chiama Ciro Improta ed è il nostro preparatore atletico: è lui la benzina del Varese. Cocciuto, determinato e innamorato di quello che fa è riuscito a trasmettere la cultura del lavoro anche a chi è di natura più indolente. Quando vedo nello spogliatoio i muscoli dei ragazzi dico: qui c’è la mano di Ciro. È la prima persona che va riconfermata.