«Vi racconto il mio Diego, quello vero»

Di Fusco, ex preparatore dei portieri alla Pro Patria, racconta la sua amicizia con Maradona

Da quattro anni Raffaele Di Fusco ha detto basta con il campo, non con il calcio, la sua vita. Si sta spendendo come opinionista per una tivù napoletana con il Napoli a scandire sempre le sue giornate.

Le ultime esperienze di preparatore dei portieri le ha vissute alla Pro Patria dal 2008 al 2010 con una promozione in serie B sfiorata nel 2009 ed una retrocessione in C2 nel 2010. Le soddisfazioni( e che soddisfazioni!) le ha però colte tutte come giocatore con la maglia del Napoli anche se ha passato più tempo come secondo in panchina, ma di estremi difensori del calibro di Garella, Giuliani e Galli. E con in squadra un grandissimo come Diego Armando Maradona. Ma a Di Fusco non è mai mancato il fosforo capendo ruolo e contesto.

Proprio con l’argentino ha stretto un’amicizia che dura da oltre trentanni: «Sono stato con lui al teatro San Carlo qualche giorno fa quando è venuto a Napoli e poi siamo stati assieme a casa mia, con la mia famiglia» rivela Di Fusco. “Dieguito” è un personaggio che ha fatto e fa discutere del quale però il numero dodici del Napoli dell’età dell’oro rivela dei lati nascosti che «Diego non ha mai voluto far sapere. O, forse, faceva più notizia Maradona ubriaco fuori da una discoteca a tarda notte» commenta.

E continua:«Diego ha tenuto in piedi un orfanotrofio vicino a Napoli. Tante volte sono andato con lui a portare viveri ed il resto; mi ricordo che una volta andammo alla Ferrarelle per prendere l’acqua da portare ai bambini. Con la sua forza, con il suo magnetismo ci mancò poco che portassimo via tutto lo stabilimento. Lui li adorava i bambini e non si è mai risparmiato per loro. Quando facevamo i ritiri precampionato capitava di andare a correre per i boschi o magari di passeggiare tra le gente,

beh, a lui non davano fastidio e spesso si fermava a parlare ed a giocare con loro. Erano gli adulti che non sopportava, soprattutto se approfittavano dei figli per farsi fotografare con lui. Una volta prese un bambino dalla braccia del padre e se lo mise lui in braccio pretendendo che il padre li fotografasse e devo dire che quel genitore non è che ci rimase un granché bene».

Non c’è stato un giocatore che abbia vestito la maglia azzurra del Napoli che non abbia adorato “il piede sinistro de dios” perché«Diego era uno che metteva sempre la faccia oltre ad essere quel giocatore straordinario che tutti conoscono che ti permetteva di vincere partite con giocate impossibili. Ma sono state proprio le sue qualità di uomo, a renderlo unico per tutti noi. Nello spogliatoio si discuteva – rivela Di Fusco – ed alcune volte le decisioni prese non vedevano magari Maradona d’accordo, però lui ci diceva “vado io a parlare con il presidente o con l’allenatore”. Averne di Maradona».

Potrebbe mai Maradona tornare al Napoli? Per Di Fusco esiste «la possibilità di vederlo il prossimo giugno: è una mia sensazione. Potrebbe iniziare una collaborazione perché Napoli per lui è stato ed è tutto. Quando ci siamo rivisti per la manifestazione di Siani al San Carlo ho visto un Maradona molto sereno. Mi ha detto “Raffa adesso sono un uomo tranquillo, sto bene”. Probabilmente l’essersi conciliato con il figlio che lui non voleva riconoscere lo ha aiutato a ritrovare la tranquillità».

E se torna Dieguito, Raffa Di Fusco che fa? Proseguirà a fare il commentatore o il magnete Maradona lo riporterà in campo?