«Vogliamo giocarci una finale. Anzi, due»

Il capitano dei Mastini Andrea Razzi carica la BPM: «Possiamo ancora migliorare. E divertirci»

Andrea Razzi è il capitano della BPM Sport Management, la squadra di pallanuoto di Busto che ha vissuto un inizio di stagione ad altissimo livello, raggiungendo la semifinale di Euro Cup e piazzandosi al terzo posto del campionato. Il 2016 si è chiuso con uno scivolone contro la corazzata Pro Recco (13-2) che non può però cancellare quanto di buono fatto dai Mastini.

Dalle cose peggiori: da buon capitano tocca a me. L’ultima partita è venuta in un momento sbagliato, eravamo senza Deserti e Bini, due uomini fondamentali per noi; venivamo da tantissimi impegni, europei e di campionato, con la tensione alta e con la continua esigenza di fare risultato. Siamo andati a Recco scarichi psicofisicamente, loro sono i migliori in ogni zona del campo, non puoi permetterti errori.

Quando perdi in modo così netto da una squadra più forte devi trarne un insegnamento. Ci hanno dimostrato che dobbiamo e possiamo lavorare per arrivare a quel livello, ma il divario tra le due squadre non è così netto.

Positivo, anzi: molto positivo! Stiamo rispettando le aspettative. Le sconfitte con Recco e Napoli sono comunque “positive”: per esempio quella coi partenopei ci ha dato la spinta per inanellare una serie di successi e cominciare un buon periodo.

Una finale, di campionato o coppa. Entrambe sarebbe meglio.

Difficile, sotto tutti i punti di vista. Non ci sarà margine di errore. E come contro il Vasutas nei quarti non è mai facile affrontare un avversario che non conosci. Ma la prepareremo benissimo: come Gu Baldineti sa fare.

È un’isola felice, perfetta per le famiglie. Io, da buon single, mi ritengo fortunato di avere vicino Milano. E sono contento perché le persone stanno cominciando ad avvicinarsi a noi e a seguirci con passione.

Per vedere cose straordinarie in ambiente acquatico, non consono a chiunque. La pallanuoto è uno sport che va visto dal vivo, più che alla tv, per capire effettivamente lo sforzo fisico e il lavoro che sta dietro una gara.

(sorride) È il diminutivo di Cinciallegra, me l’ha dato Leonardo Binchi, ex capitano della squadra. Perché? Perchè con le ragazze sono un po’ allegro…

Sono un malato delle scarpe, quindi sicuramente delle bellissime scarpe; poi una canna da pesca: adoro pescare; e gli gnudi della mia mamma, un tipo di pasta fresca di cui vado matto.

Il passaggio dalla serie A2 alla serie A1 contro l’Ortigia nel 2013.

Tutte le partite che perdo sono per me motivo di rammarico. Ogni sportivo deve fare autocritica, dopo ogni vittoria come dopo ogni sconfitta, ma da agonista vero ogni volta che perdo una partita mi vergogno a rientrare in piscina il lunedì.

Posso raccontarvi una zingarata tra amici. Il primo anno di A1 eravamo sotto forte stress mentale prima della partita con il Savona per raggiungere la semifinale Scudetto; io, Bini e Binchi andammo a Gardaland facendo tutti i giochi. Diciamo una cosa non usuale prima di una gara così importante…

Sì, con una gran partita. E allora se quest’anno raggiungiamo la finale di Euro Cup andremo ancora tutti a Gardaland…