«Voi aiutate Gianmarco ma si tappi la bocca con gli arbitri»

La voce autoritaria di Toni Cappellari, ex presidente della Pallacanestro Varese, scandisce con flemma le parole, le misura. Conosce bene Varese, fin troppo, e conosce bene il basket italiano.

Per il titolo, non c’è corsa. Milano tutta la vita, non vedo come possa perdere. Può perdere una singola partita, ma non una serie di playoff. Nessuno può batterla sulla distanza.

Sicuramente Sassari, Venezia e Reggio Emilia, che sarà la sorpresa. Ha fatto un mercato di altissimo livello, puntando tanto su giovani, ma forti.

Tutte le altre tranne Pesaro e Capo D’Orlando, che saranno in lotta per non retrocedere.

L’ho vista al Trofeo Lombardia e al Memorial Porelli, a Bologna con la Virtus. In questo momento il valore di Varese è quello che abbiamo visto nella partita con Bologna: primi due quarti molto bene, da playoff sicuri. Nel terzo e quarto periodo, letteralmente asfaltati, quasi da retrocessione. Diciamo che come squadra non ha ancora trovato la sua identità, siamo in work in progress. È una squadra di un certo livello, a mio parere alla fine farà bene.

Sì ma ha bisogno di essere aiutato dal pubblico di Varese, che io conosco bene. È una platea molto esigente, che ha mangiato caviale per anni, se non decenni, e adesso deve avere un momento di pazienza ed aspettare che la squadra maturi e cresca. Deve avere pazienza con Pozzecco, che in A1 è all’esordio.

Io lo vedo bene, ha fatto bene come allenatore, ma veramente bene. Deve però darsi un po’ una calmata. Non può una partita sì e una no prendere tecnico ed essere espulso, perché se in Italia gli arbitri, che sono la parte più scalcagnata del sistema, ti etichettano come rompiballe, poi non ne esci più fuori. Deve cucirsi la bocca, non agitarsi come in precampionato.

Ecco, mi aspetto adesso una telefonata di proteste dal Poz. Ma l’ho portato io a Varese, e presuntuosamente mi sento in dovere di dirgli certe cose.

Meglio non perdere un derby all’esordio, non è facile da digerire a Varese una sconfitta con Cantù o Milano. Soprattutto per una squadra che può puntare ai playoff, con giocatori come Diawara, Robinson, Deane, Rautins.

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