«Volevo Busto da anni . Pronta per il riscatto»

A tu per tu con Noemi Signorile, nuova palleggiatrice della Unet Yamamay Busto Arsizio

Dalle mani fatate di Noemi Signorile passeranno tutti gli attacchi della Unet Yamamay Busto Arsizio. Il nuovo palleggio biancorosso non vede l’ora di iniziare la stagione a poche ore dal ritiro ufficiale.

Io non vedo l’ora di cominciare. Sono contentissima che manchi così poco e soprattutto sono molto positiva. Sia per la squadra che è stata creata quest’anno sia per tutto l’ambiente che andrò a trovare. Una nuova avventura che ho voluto fortemente e che credo proprio mi darà tanto.

Busto mi ha sempre affascinato come società e già da qualche anno speravo che in qualche modo potesse arrivare questa opportunità. Non appena quindi si è presentata l’occasione l’ho subito colta al volo. È una bellissima realtà, solida e affidabile. In più ritrovo un allenatore con cui mi sono sempre trovata bene perciò c’erano davvero tutte le condizioni per fare qualcosa di buono.

una giocatrice esperta. Sei una delle migliori alzatrici azzurre e in questa rosa avrai accanto un bel gruppo di Italiane. Cosa ne pensi di questa scelta patriottica?


Questa cosa mi piace molto, anche perché noi italiane giocando in Italia sentiamo sempre molto di più le partite. Non che le straniere ci tengano di meno, ma non hanno forse la stessa emozione e la stessa adrenalina che abbiamo noi nel giocare un derby o partite di questo tipo. Anche perché per noi vincere uno scudetto in Italia, nel nostro paese, credo abbiamo un valore immenso. Per una giocatrice internazionale è forse sempre una vittoria ma con qualche sentimento in meno.

Questa scelta di avere tante italiane, anche se è stata fatta prima, possiamo considerarla un bel messaggio dopo la disfatta della nazionale in quel di Rio?

Sicuramente sì. La tendenza di questi anni è stata quella di avere queste grosse squadre con sempre più straniere. Essere in tante ci permette di far muovere un po’ il movimento per far vedere che ci siamo anche noi e che vale la pena puntare su quello che abbiamo in casa senza andare troppo lontano.

, secondo te, alla squadra che è partita per le Olimpiadi e che non è riuscita mai di fatto a entrare in partita?


Non è per niente facile capire da dentro cosa sia mancato e figuriamoci parlarne al di fuori. Non lo so, io credo innanzitutto che il girone in cui è capitata l’Italia era composto da squadre veramente forti. Il nostro gruppo era composto da tante giovani con poca esperienza in campo internazionale e bisogna aspettarsi un po’ di fatica in più. Le squadre che ci hanno battuto, oltre ad avare un marcia in più avevano tutto un bel passato alle spalle. Quando è da tanto che costruisci e lavori su gruppo è molto più facile centrare i risultati. Per noi e per tante ragazze prese singolarmente era davvero una prima volta.

Ne sono ben consapevole! Diciamo che ogni giocatrice ha innanzitutto le sue caratteristiche e bisognerà vedere durante gli allenamenti che tipo di palla preferiscono. Più alta, più bassa, più attaccata o staccata da rete. Con questo tipo di altezze diventa tutto più facile nel momento in cui facciamo buon gioco muro-difesa perché un attaccanto alto può sfruttare tutto il potenziale passando anche sopra il muro.

Il primo anno era andato tutto bene. Avevamo vinto la coppa Italia e stavamo facendo un grande campionato. C’è mancato davvero uno lo sprint finale in più per riuscire a tagliare il traguardo come avevamo cominciato. L’anno appena trascorso è stata invece brutto sotto diversi punti di vista. La squadra era ancora forte ma ci sono stati troppi problemi anche al di fuori dello spogliatoio che ci hanno tolto tutta la serenità di giocare sul campo. Dopo aver perso la Supercoppa contro Casalmaggiore ci siamo fatte schiacciare dalle troppe pressioni e non siamo più riuscite ad esprimere quello che magari eravamo anche in grado di fare.

e per questo hai deciso di cambiare aria?


Proprio così. È stato un anno veramente difficile e sono andata in cerca di altri lidi perché ho veramente tanta voglia di riscatto. Voglio fare bene dopo una stagione del genere e dimostrare tutto quello che valgo che l’anno scorso non si è potuto vedere.

In tutti questi anni sei stata una grande avversaria di Busto. Che effetto ti fa adesso essere arrivata da questa parte del Palayamamay, e soprattutto da questa parte di pubblico?

Sono molto emozionata perché venire a giocare in questo palazzetto da avversaria è sempre stato molto difficile. La spinta di questo pubblico è sempre incredibile e si fa sentire direttamente sul campo. Sono poi molto contenta perché non appena è uscita la notizia che sarei approdata a Busto Arsizio sono stata riempita di messaggi che mi hanno fatto un piacere enorme. Arrivare in un posto dove ti senti amata ancor prima di aver iniziato la preparazione non è una cosa che capita tutti i giorni e ti dà veramente tanta carica.

l è la partita che ricordi con più piacere o con più emozione in questo palazzetto?


Non ne ho una in particolare. Come ho detto prima, entrare al Palayamamay, con tutta quella gente, è per cuori forti. È un po’ come per un calciatore entrare allo stadio e trovarsi tutte le gradinate piene a farti il tifo. Come allo stadio della Juve, io sono juventina. Ecco, entrare a Busto mi fa proprio quell’effetto lì.


Ora come ora è un po’ difficile dare un giudizio di questo tipo. Negli ultimi anni hanno vinto squadre che non ti saresti mai aspettato. Il livello si è alzato molto con rose molto forti. Noi siamo senza dubbio un bel gruppo, le conoscevo già tutte almeno per la maggior parte e sono ragazze cui vado d’accordo anche fiori dalla palestra. Tutti presupposti importanti e non così scontati per fare bene.


Anche l’Europa sarà un’altra bella sfida. Busto ha sempre fatto bene perciò speriamo che si possa continuare a rispettare la tradizione.

Ho veramente tanta voglia di riscatto. Trovarmi nelle situazioni dello scorso anno non mi è affatto piaciuto. Il mio desiderio più grande è ritrovare un ambiente dove si possa giocare serenamente tutte insieme. Divertendoci. Questa è la cosa più importante. Con un gruppo così è più facile che arrivino risultati importanti senza che ci siano in squadra il miglior attaccante in assoluto o la giocatrice con il miglior fondamentale. Non vedo l’ora di cominciare.