«Gli animali: da passione a studio»

Per Maria Grazia, studentessa di scienze dell’ambiente, Varese ha realizzato un sogno. Dalle campagne di Cirò alle nebbie del capoluogo: «Qui al Nord costruisco un futuro»

Lucertole e ragni? Per non stiamo parlando di repellenti creature, ma di una passione nata quando era bambina tra le campagne di Cirò, piccolo centro del crotonese, e fatta diventare motivo di studio a Varese alla facoltà di Scienze dell’ambiente e della Natura.
A poco più di venti anni è arrivata in città per cominciare quella che, in gergo, è la vita dello studente fuori sede. Dopo tre anni per lei c’è una casa condivisa con due ex studentesse e l’adattamento a un ambiente nuovo, anche se non del tutto.
«Varese non è una città del tutto nuova per me» ammette Maria Grazia che qui era stata fin da piccola a trovare parenti trasferitisi da anni.

Ma la scelta della sede universitaria non è stata dettata da questo dettaglio. «L’Insubria mi ha convinta per la sua dimensione – dice – e per l’organizzazione: ho visitato anche altri atenei, ma mi sono parsi dispersivi dal punto di vista logistico».
La incontriamo mentre sistema i terrari alla mostra sui predatori del microcosmo, allestita dall’università a Villa Mirabello.
Lo fa con lo sguardo convinto e per nulla sprezzante, mentre si prepara per guidare il prossimo gruppo di bambini: lei,

infatti, fa parte del gruppo di studenti che hanno dato la disponibilità a coprire i turni come guide alla mostra. Con i piccoli al seguito va alla scoperta di creature fuori dal comune come la scoloprenda gigante, un millepiedi di 25 centimetri di lunghezza capace di nutrirsi anche di piccoli vertebrati.
«Sono da sempre affascinata dai piccoli animali che hanno una loro grande importanza nella natura e un ruolo ben preciso: fin da bambina mi perdevo per ore nella campagna a caccia di piccoli insetti e creature che non sempre sono considerate piacevoli da vedere».Non è stato facile per lei adattarsi alle nebbie e al freddo varesino arrivando da una cittadina che sta a pochi chilometri dalla costa ionica.
«Clima e paesaggio sono molto differenti – dice – il mare mi manca e spesso il mio accento viene notato. Inoltre se le persone parlano il dialetto stretto io francamente non le capisco».
A indurre la scelta di una università del Nord, ancora una volta, è il desiderio di lasciare un Sud dove le prospettive di un lavoro appaiono ancor più inconsistenti con la crisi.
Il suo stesso Paese è passato dal boom degli anni ’50, quando si toccarono quasi seimila abitanti, all’emorragia che ha ridotto i residenti agli attuali tremila.
«Tra i miei compagni delle superiori – racconta Maria Grazia – molti sono partiti per studiare fuori sede. Altri hanno preferito aspettare di poter spendere il diploma di perito chimico: ma nulla si muove e per alcuni ciò ha significato accontentarsi di un posto in un call center».
Anche oggi partire per studiare o cercare lavoro resta più che una ipotesi e diventa un investimento sul futuro.

«La mia famiglia sta facendo grandi sacrifici – racconta – anche perché ho due sorelle più piccole che ancora vanno a scuola e che vorrebbero anche loro continuare a studiare».
Intanto Maria Grazia è partita e ha deciso, con l’aiuto della famiglia, di investire tempo e denaro per studiare seguendo la sua passino per la zoologia. «Adesso vivo con due ragazze ex studentesse e ora lavoratrici – racconta – E anche se il mio hobby è leggere e scrivere, oggi non trovo più il tempo per farlo come una volta».
A riempirle le sue giornate ci sono lo studio e qualche lezione di ripetizioni, per mettere insieme un po’ di soldi e contribuire alle spese.