«Lavoravo in una fabbrica Ora vivo tra note e bimbi»

Antontella Ilardi aveva abbandonato la scuola subito dopo le medie. Poi la svolta e la laurea specialistica. Merito dei piccoli e di Suzuki

Una tesi fatta sul campo, andando a scuola di musica con i più piccoli. ha concluso così il suo percorso di laurea specialistica in scienze della comunicazione all’Insubria, immergendosi in una realtà che a Varese ha portato il modello di insegnamento musicale del giapponese e la “rivoluzione” del sistema venezuelano di.
A tracciare un filo rosso tra questa studentessa e l’universo dei piccoli musicisti è stato il legame forte che ha con i bambini. A 43 anni, Antonella ha portato avanti gli studi fino alla laurea specialistica lavorando come educatrice.
«La mia storia – racconta – è molto particolare. Finite le scuole medie sono andata a lavorare in una fabbrica, alla catena di montaggio. A scuola mi avevano scoraggiata a tal punto nello studio che la mia autostima era crollata e non volevo più studiare».

Solo dopo qualche anno è arrivato il momento di riprendere in mano i libri, affrontare un liceo con l’idea in testa di lavorare con i più piccoli e il loro mondo di sogni e fantasia.
«I bambini – racconta – vanno ascoltati. Con il metodo giusto non c’è bambino che non possa apprendere, bisogna trovare solo il modo adatto per far apprendere anche chi ha delle difficoltà».
Da qui è breve il passo verso la figura di Suzuki,

musicista giapponese che, negli anni Trenta del secolo scorso, diede vita ad un metodo di apprendimento musicale che si basa proprio sul metodo per apprendere: così come si impara a parlare per imitazione, altrettanto accade con la musica.
«La mia tesi triennale – racconta Antonella – aveva esplorato proprio l’apprendimento del linguaggio e così nella specialistica ho approfondito invece l’aspetto musicale». Per Antonella si sono aperte le porte del mondo Suzuki di Varese che ruota attorno all’associazione Immaginarte e alle tante famiglie che qui hanno trovato un posto dove far crescere insieme musica e vita dei loro piccoli, accolti ai corsi Lullaby dai 18 mesi e alla ritmica dai tre anni.

«Ho parlato con gli insegnanti e le famiglie: sia quelle che stanno ancora facendo il percorso che quelle che lo hanno abbandonato. Quello che emerge è un senso di condivisione del metodo che implica un forte coinvolgimento dei genitori nel percorso di apprendimento dei bambini».
Un apprendimento che li porta a suonare prestissimo e che prevede fin da subito l’inserimento in orchestra dei piccoli violini, viole e violoncelli che suonano accanto ai compagni più grandi. «Tutto questo – dice Antonella – si traduce in una enorme possibilità di apprendere per i bambini e oltretutto nella possibilità di farlo in un’atmosfera serena».
Nella tesi di Antonella non poteva non entrare anche l’esperienza che Immaginarte sta portando avanti da gennaio a Malnate, con il progetto musicale educativo dell’orchestra Iqbal Masih.
Rifacendosi agli ideali del sistema venezuelano di Antonio José Abreu, sostenuto in Italia dal maestro , si è fatta la proposta di un percorso musicale gratuito per prevenire il disagio e stimolare le eccellenze.
Una cinquantina sono i ragazzini che stanno seguendo le lezioni di orchestra, cimentandosi con gli archi. «Questo significa – dice Antonella – dare loro l’opportunità di apprendere». Perché come diceva Suzuki in uno dei suoi celebri aforismi: «Non esiste il genio mandato dal cielo; tutto dipende da come uno è stato cresciuto».