I nostri volontari custodi del Vaticano

Angelo Antonetti e Giuseppe Achini guidano il gruppo del padiglione della Santa Sede ad Expo. Il cardinal Ravasi: «L’uomo è ciò che mangia, anche metaforicamente». Il 18 maggio grande evento

«Col Santa Marta saremo a servizio della Santa Sede»: , insieme a saranno volontari dell’Expo 2015 per sei mesi, dal primo maggio, data dell’inaugurazione ufficiale della manifestazione e del padiglione del Vaticano.
Angelo milita, dagli anni ‘80, tra i volontari che si occupano dell’accoglienza e del cerimoniale del Duomo di Milano – l’Associazione Santa Marta appunto – partecipando attivamente anche a moltissime iniziative della zona pastorale II di Varese, insieme a poco più di una mezza dozzina i varesotti che offrono tempo e disponibilità per il volontariato: .
Studenti, pensionati, insegnanti o impiegati che investono tempo libero e ferie per «dare una mano a tutto quello che serve: dall’accoglienza dei fedeli nella casa di Dio a lavori, anche umili, ma necessari perchè cerimonie e manifestazioni possano essere seguite e vissute la meglio».

Ora arriva l’impegno per Expo, definito in un incontro a Truggio qualche settimana fa. «Il mandato ricevuto – prosegue Antonetti – anche se non ancora specificato nei dettagli, prevede la presenza del servizio accoglienza del duomo di Milano». Gran camminatore di città, ma soprattutto di montagna, Angelo è pronto a macinare chilometri all’interno dell’esposizione universale. «Gli addetti avranno la responsabilità di andare a prendere cardinali, vescovi e personalità che arriveranno all’Expo, e li accompagneranno nel padiglione della Santa Sede, dove troveranno ad attenderli i 250 “vaticanisti” che vi opereranno».
Saranno circa una settantina, chi avrà disponibilità di tempo, “quelli di Santa Marta” che potranno darsi il turno dai primi di maggio. «Coi miei 82 anni sono il decano, il più anziano, ma con Achini il martedì, a settimane alterne, saremo presenti da maggio a ottobre».

Nel frattempo, proprio in questi giorni, è stato presentato il padiglione della Santa Sede. Il tema “Non di solo pane”, viene declinato attraverso quattro dimensioni: ecologica, economica-solidale, educativa, religiosa-teologica. Partendo dalla dimensione biblica e cristiana del nutrimento, il padiglione intende dialogare con coloro che vorranno vivere l’esperienza della visita.
Il varesino monsignor , vicario per la Cultura dell’Arcidiocesi di Milano, ha illustrato le modalità di partecipazione alla presenza della Santa Sede a Expo2015: «La

Diocesi di Milano partecipa attraverso il suo legame con il territorio, che ospita e anima la manifestazione. Lo faremo in particolare la sera del 18 maggio, con un grande evento che apre la presenza della Chiesa ad Expo».
Il percorso nel settore del Vaticano si snoderà attraverso un giardino da custodire, un cibo da condividere, un pasto che educa, un pane che rende presente Dio nel mondo sono i “capitoli” nei quali si organizza il percorso espositivo dai più tradizionali a quelli innovativi. E il tema del cibo è occasione di riflessione e educazione sulla fede, la giustizia, la pace, i rapporti tra i popoli, l’economia, l’ecologia.
«Vuole avere un significato simbolico, di eccezione: propone un messaggio, non prodotti – ha spiegato il cardinale – Due frasi infatti presentano i due volti del cibo, “Non di solo pane” e “Dacci oggi il nostro pane quotidiano”, proprio perché l’uomo è ciò che mangia, anche dal punto di vista metaforico».
Attraverso il padiglione, la Santa Sede vuole concentrare l’attenzione dei visitatori sulla rilevanza simbolica del nutrire e sulle potenzialità di sviluppo antropologico che questa attività racchiude. Potenzialità non soltanto individuali e private, bensì sociali e collettive.