Riflessioni d’estate in tre domande

Ce le suggerisce monsignor Franco Agnesi in previsione delle vacanze: «Sono semplici ma ci aiutano». «Di cosa devo ringraziare? Cosa mi ha pesato di più? Quale passo di fiducia posso compiere al ritorno?»

– Cambiamenti, bilanci ed “esercizi”: il vescovoragiona sull’anno pastorale che si chiude e propone una riflessione adatta a tutti.
Sono tanti i cambiamenti, anche recenti, che hanno interessato la zona pastorale di Varese, seguita dal vicario episcopale.
«Alcuni sono naturali – spiega monsignor Agnesi – legati al fatto che nuovi preti sono entrati nel ministero e altri hanno raggiunto il limite d’età per rimanere parroci. Ne sono esempio a Varese il cambio di prevosto e due giovani diaconi che sono diventati sacerdoti e operano in città».
In tutto sono cinque i nuovi entrati in zona e una trentina i cambiamenti avvenuti.

«Novità che ci dicono quanto continui il ministero presbiterale, grazie a Dio. Ci sono forze fresche che ancora riescono a entrare nel presbiterio diocesano. Ci dice che la Chiesa non è fatta soltanto dai preti, ma la vera novità è che le comunità cristiane rimangono e non è così scontato perchè la tendenza è quella di una vita sempre più vissuta come se Dio non ci fosse, in maniera individualistica che porta a vivere per conto proprio distaccati dall’altro,

privi di speranza nella vita eterna, perciò conta solo quel che faccio oggi e domani chissà».
In uno scenario di questo genere per don Franco è importante, invece, «come ci dice Papa Francesco, che il Vangelo suoni come un richiamo alla gioia, come iniziativa, come accompagnamento, come fraterna attenzione a chi è più piccolo e povero: tutto questo vivendo nella preghiera, nei sacramenti e nella vita comunitaria».
Al termine di un anno intenso si può guardare, oltre al percorso fatto, anche al futuro.
«La direzione sempre più chiara è quella di comunità pastorali nelle quali sussistono parrocchie che si scambiano doni per essere più capaci di incontrare tutte le persone. Si utilizza il termine “pluriformità nell’unità” quando si tratta di gruppi ecclesiali, associazioni e movimenti: ciascuno portatore di una propria intuizione spirituale o di servizio al Vangelo per uomini e donne».

«La strada si orienta sempre più verso una semplificazione delle strutture, anche se dobbiamo ancora fare molti passi, e verso una sempre maggior esperienza di gratuità nelle relazioni interpersonali».
D’estate anche se per pochi giorni e senza per forza andare fuori città possiamo ritagliare il tempo per fermarci e riflettere. Per interrogarci con quelle domande che la frenesia e gli affanni quotidiani lasciano in fondo alla mente, ma che aiutano, invece, nella continua evoluzione personale.
Al vescovo abbiamo chiesto, dunque, quali possono essere tre quesiti che possano stimolare questa riflessione.
«Ne ho pensati tre semplici, di quelli su cui ragionare persino se si sta nuotando».

«Di cosa devo ringraziare per quanto avvenuto negli ultimi giorni, settimana o anno?».

«Cosa mi ha pesato di più?».

«Quale passo di fiducia posso compiere tornando nella mia condizione abituale, nella vita quotidiana?».

Inevitabilmente viene da chiedere, anche per trarne spunto, come lui stesso risponderebbe.
«A me viene da ringraziare per le tante persone che, ogni giorno, stanno facendo il loro dovere quotidiano senza tropo apparire».
Dall’apprezzamento per chi è umile e appagato, si passa a ciò che pesa maggiormente.
«La mia fatica più grande è quella d’essere sempre libero nel guardare le persone e mi pesa aver giudicato affrettatamente dei miei confratelli».
Il passo di fiducia, monsignor Agnesi vuole compierlo nei confronti «di coloro coi quali mi sono lasciato male prima dell’estate».
Un esercizio all’apparenza semplice per tutti, ma che potrebbe essere difficile da concretizzare nei fatti, anche vale sempre la pena provare.