Voto in Parlamento su governo 14 dicembre, dopo mediazione Colle


Roma, 16 nov. (Apcom)
– Un incontro in due tempi, al Colle. Il primo durante il quale Giorgio Napolitano, Gianfranco Fini e Renato Schifani discutono soprattutto di manovra economica e fissano un punto fermo: prima la sessione di bilancio, poi l’esame della crisi politica in Parlamento.

E’ il Presidente della Repubblica, con una nota,ad “auspica una costruttiva intesa in proposito tra i Presidenti e tra gli organismi rappresentativi dei due rami del Parlamento” sulla tempistica. Ma è proprio sulla tempistica che si svolge il secondo tempo, in una sala del Quirinale, mentre il Capo dello stato stila il primo comunicato. Un secondo tempo che chiama in causa Fini e Schifani e non risparmia momenti di tensione tra i due Presidenti.

Secondo alcune fonti, nel corso dell’intera giornata si è svolto un braccio di ferro tra Fini e Schifani, fino al tardo pomeriggio in disaccordo sulla ‘scaletta’ dell’approdo della crisi in Parlamento. Non è indifferente per le sorti della legislatura stabilire quale fra la mozione di sostegno a Palazzo Madama e la mozione di sfiducia di Pd-Idv alla Camera debba essere discussa prima. Con Silvio Berlsuconi, riferiscono, tentato dalla strada della forzatura e pronto a rivendicare il diritto di testare prima il Senato, poi la Camera. Nessuno, spiegano le stesse fonti, si mostrava pronto a fare un passo indietro, rispetto all’altro ramo del Parlamento.

E così per superare il muro contro muro si è arrivati a una mediazione che in casa finiana considerano “obbligata”. Un modo come un altro per ammettere che la contestualità della discussione rappresenta forse l’unico risultato possibile, ma di certo non il più gradito. “Ma di fronte al tentativo della forzatura del premier di più non si poteva ottenere”, spiega a sera un parlamentare finiano.

In pratica il Senato concluderà l’esame della legge di stabilità entro la prima decade di dicembre. La mattina del giorno 13 si svolgeranno al Senato le comunicazioni del presidente del Consiglio e nel pomeriggio alla Camera ci sarà il dibattito sulla mozione di sfiducia presentata da Pd e Idv. L’indomani avranno luogo, contestualmente, le votazioni sulla mozione di fiducia al Senato e quella di sfiducia al governo alla Camera. Sempre per il 14 dicembre è fissata l’udienza della Consulta sulla questione di legittimità costituzionale della legge sul legittimo impedimento approvata dal centrodestra.

Intanto il ministro per la semplificazione normativa, Roberto Calderoli, a cena al Senato in compagnia del leader del Carroccio Umberto Bossi, non vede a rischio il federalismo fiscale, quale che sia l’esito della crisi di governo. Ai cronisti che al Senato gli evidenziavano che se dovesse cadere il governo con il voto del 14 dicembre non ci sarebbe più tempo per i pareri sui decreti attuativi, Calderoli ha fatto notareche “il governo resterà comunque in carica fino al 27 marzo, quindi…”.

Tom/

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