«Accam non è solo un inceneritore. Ci vuole chiarezza sulla società»

L’ex sindaco Farioli dice la sua sull’annosa questione: «Evitare agonia infinita»

«Accam non è solo un inceneritore, ma una prospettiva strategica». L’ex sindaco Gigi Farioli, capogruppo di Forza Italia, rilancia l’agenzia ambientale: «Società unica dalla raccolta allo smaltimento rifiuti, oppure è agonia infinita».

C’è un convitato di pietra in una discussione che sembra guardare l’ombelico per perdere di vista l’interesse vero. Le date sono solo conseguenti ad obiettivi strategici: Accam non è un inceneritore, ma una società. E chi vota in consiglio deve chiedersi se l’obiettivo comune è far vivere una società che garantisca dal punto di vista ambientale ed energetico il territorio, e se ancora si vuole creare un’agenzia ambientale dalla raccolta allo smaltimento dei rifiuti.

La scelta non è inceneritore sì o no, o un balletto tedioso di cifre, ma cos’è e cosa vogliamo sia Accam. Chiudere o non chiudere può appassionare le curve degli ultrà, ma non è la tutela del bene comune né della città, né dell’area vasta. Bisogna tornare al punto di partenza, quello che le visioni di piccolo cabotaggio, avevano impedito di proseguire.

I nodi sono più d’uno, conseguenti a una visione strategica. Oggi tutti devono dire con chiarezza se vogliono che Accam viva e sia quella agenzia ambientale, altrimenti meglio chiudere tutto. Perché ogni decisione rischia di aprire le porte all’agonia continua degli impianti, della salute, dell’ambiente, dell’occupazione, diretta e indiretta. E di Busto in particolare, che per 40 anni ha offerto il proprio territorio ospitando un impianto che, oggi, appare non avere futuro.

Faccio un ultimo appello: torniamo a percorrere insieme la società unica dalla raccolta allo smaltimento, evitiamo inutili duplicazioni di impianti, che significano non economie di scala, consumo di suolo e maggior impatto ambientale. Diciamo una volta per tutte che Accam non è un inceneritore ma una prospettiva di società pubblica, nell’interesse dei cittadini, non solo bustocchi, della loro salute, del portafogli e della legalità.

Privati interessati a gestire l’ambiente ce ne sono, e giocano per lo sfascio di Accam. Ce ne sono altrettanti che hanno interesse, capacità, professionalità e capitali per entrare come soci e investitori in Accam. Ma devono sapere qual è la prospettiva, e il pubblico deve mantenere la cabina di regia.