«Addio Accam solo nel 2021? Sì, per tutelare il bene di tutti»

Il sindaco di BustoArsizio Antonelli dopo il report della società in Comune: «Parlano i numeri, il resto è noia»

«Accam fino al 2021, e poi davvero basta: è lo scenario più equilibrato e meno indolore. Il resto è noia». Così il sindaco , dopo la seduta congiunta delle commissioni ambiente e affari generali, in cui il Cda della società ha svelato le opzioni in campo per il futuro dell’inceneritore.

Dunque si posticipa al 2021?

La campagna elettorale è finita, e possiamo dire che lo scenario migliore, che permette una soluzione meno dolorosa rispetto all’altro, è quello che posticipa la chiusura definitiva dell’impianto al 2021. Tutto il resto è noia.

È un messaggio all’ex assessore Paola Reguzzoni, che continua a sostenere lo spegnimento entro il 2017?

Lo scenario “B”, deliberato dall’assemblea dei soci a maggio, è troppo oneroso. I conti sono lì a dimostrarlo. I costi per la dismissione immediata dell’inceneritore li pagherebbero i cittadini.

Regione Lombardia non interverrà economicamente?

Ci hanno già fatto sapere che i soldi non ci sono: evidentemente chi doveva batter cassa per portare a casa le risorse per finanziare la bonifica non l’ha fatto. Storia chiusa.

Eppure chi è a favore della chiusura sostiene che i cittadini pagheranno di più anche per tenere aperto l’inceneritore fino al 2021…

In certi calcoli non si tiene conto di un dato rilevante per Busto: i 350 mila euro di canone di affitto dell’area dove sorge l’inceneritore, che rendono la presenza di Accam meno impattante sulle tasche dei cittadini. E con il prolungamento della vita dell’impianto al 2021, diminuirà il costo di conferimento dei rifiuti, con riflessi positivi sulle tariffe.

Il comitato di Borsano le risponderebbe che la salute non ha prezzo. A loro cosa dice?

Mi spiace che la vedano in un altro modo, ma con questa soluzione Accam potrà continuare a vivere e nel 2021 sarà in grado davvero di spegnere l’inceneritore una volta per tutte. E il mio compito, da sindaco, è di tenere in considerazione la salute dei cittadini, certo, ma anche l’occupazione e i conti della società. In base a quanto le Ats ci hanno rivelato con lo studio epidemiologico, e considerando che nel 2017 verrebbero realizzate migliorie all’impianto di depurazione dei fumi, credo che posticipare la chiusura al 2021 sia senza dubbio la soluzione più equilibrata, in grado di contemperare nel modo più efficace la salute, l’ambiente e i conti dei Comuni soci.

Borsano non deve temere, quindi?

In Lombardia entreranno in vigore regole ancor più rigide di quelle nazionali sulle emissioni dei fumi: l’adeguamento ai nuovi limiti susciterà meno preoccupazioni sull’inquinamento prodotto da Accam.

Ma Legnano farà il suo impianto per l’umido a 500 metri in linea d’aria da Accam?

È una questione da affrontare, sedendosi attorno ad un tavolo. I due impianti Forsu però non si faranno concorrenza: sul territorio ci sono poche strutture per lo smaltimento dell’umido.

Accam sarà appetibile per i privati?

Con questa soluzione si possono studiare nuovi piani industriali e aggregazioni societarie. Per fortuna in questa fase possiamo permetterci di non ragionare in termini elettorali, ma con razionalità.n