«Al Baff servono fondi e garanzie. Vogliamo avere la città a fianco»

Saltata la trasferta a Roma. Il presidente Munari: «Ci vorrebbe una convenzione pluriennale»

Il B.A. Film Festival cerca di andare oltre le polemiche e le liti. Il presidente lancia segnali di distensione: «Lo so che nessuno ci vuole affossare, ma il festival ha bisogno di fare il salto di qualità»

La trasferta a Roma, per la promozione dell’edizione 2018 alla Festa del Cinema della Capitale, ormai è saltata: «Roma non possiamo permettercela – ammette Munari – è un’occasione persa, ma prima di esporci a livello nazionale vogliamo avere le spalle coperte. Sia chiaro, io il Baff lo voglio fare, ma con queste incertezze non me la sento di affrontare delle spese. Amministriamo i soldi come il “buon padre di famiglia” e non possiamo spendere soldi che non sappiamo se avremo».

I contributi comunali però ci sono, e sono gli stessi dello scorso anno, come confermato dal sindaco : «Ci dicono che la prossima tranche arriverà forse a dicembre, o forse più avanti – fa notare Munari – io capisco le scadenze e le esigenze del Comune, ma non sono compatibili con la “macchina” che lavora dietro le quinte del Baff.

È un’organizzazione che coinvolge centinaia di persone, tra i fornitori che ci danno fiducia ma giustamente chiedono di essere pagati e i volontari che attendono di ricevere i loro minimi rimborsi spese per la passata edizione. Un’organizzazione che non può essere messa in coda come se fosse la bocciofila. Rispetto molto l’amministrazione, dal sindaco all’assessore a chi ci lavora, ma chiedo altrettanto rispetto per chi lavora nel Baff».

È in fondo questo riconoscimento della “specialità” del Festival che Munari chiede all’amministrazione: «Spererei che tutti vadano nella stessa direzione, per trovare una strada comune nell’interesse della città, della manifestazione e del “sistema cinema”, una responsabilità che dobbiamo sentire tutti quanti, a partire dai 70 studenti dell’Icma. Al salto di qualità certificato dai fatti, e dalla credibilità raggiunta tra gli operatori del settore, occorre affiancare un salto di qualità formale. Che passa da un’adeguata comunicazione dell’evento, per la quale ci vogliono soldi che non abbiamo. È nell’interesse della città un evento più conosciuto, che possa portare più indotto, interesse e attrattività».

Un problema non solo di fondi («siamo grati all’amministrazione, ma sono appena sufficienti, ce ne vorrebbero parecchi di più – ammette Munari – andiamo continuamente alla ricerca di sponsor ma purtroppo non è facile») ma anche di «garanzie» di continuità. E qui Munari è chiaro: «Ci vorrebbe una convenzione pluriennale, che ci dia più respiro affinché ogni impegno non sia un salto nel vuoto. Vogliamo avere la città al nostro fianco, sentirla vicina e capire di essere una risorsa per la città, non una delle tante spese da tagliare. Io lo so che non vogliono affossare noi, ma devono capire che non possono lasciarci in mezzo al guado».