Antonelli tira la cinghia. E sbatte la porta all’Anci

Il sindaco decide di tagliare i 16 mila euro di iscrizione: «Tanto non serve a niente»

«Il bilancio? È sotto controllo». Ma già che c’è, il sindaco pensa bene di risparmiare i 16 mila euro di quota annuale dell’Anci, l’associazione dei sindaci. E sbatte la porta: «L’Anci non serve a niente. E non mi aiuta a risolvere i problemi di bilancio».

Così il sindaco ieri ha comunicato al “sindacato” lombardo delle fasce tricolori la sua decisione di disdire l’iscrizione del Comune di Busto Arsizio. «Tanto non mi serve a niente…» ha fatto sapere alla segreteria dell’associazione, a cui il Comune versa annualmente una quota d’iscrizione di circa 16 mila euro.

Non appena si è diffusa la notizia del dietrofront della sesta città della Lombardia, il sindaco Antonelli è stato contattato direttamente dal presidente dell’Anci Lombardia, il sindaco di Lecco , del Pd, che ieri tra l’altro era impegnato in Regione per il tavolo degli enti locali sull’autonomia.

«Mi ha detto “parliamone” – racconta Antonelli – ma io voglio sapere cosa hanno fatto di concreto per aiutare i Comuni virtuosi come Busto. A me serve la delega per andare a trattare a Roma con il governo, per chiedere di sbloccarmi le aliquote fiscali comunali, che mi paralizzano il bilancio». Dopo il colloquio con il presidente Brivio, la disdetta è finita almeno temporaneamente in stand-by: ci sarà un incontro nei prossimi giorni per cercare di far rivedere la decisione ad Antonelli. Poi il sindaco ha scoperto che Brivio è un esponente del Pd: «Proprio il partito che al governo non fa nulla per aiutare i Comuni come Busto…».

Del resto, l’Amministrazione ha messo sotto osservazione ogni singola uscita. Ieri il sindaco ha convocato la prima riunione collegiale con assessori e dirigenti per procedere al monitoraggio dei conti dell’ente, che vivono una situazione delicata dopo la sospensione degli impegni di spesa comprimibili.

Antonelli però si mostra fiducioso: «La situazione è sotto controllo. Abbiamo trovato la quadra». I 16 mila euro dell’Anci però, forse non vale la pena spenderli. D’altra parte, dopo la rinuncia alla vendita delle quote Sea (almeno 450 mila euro) e delle farmacie (oltre un milione), le aspettative per far quadrare i conti della spesa corrente erano riposte soprattutto su tre voci, ovvero concessioni cimiteriali, oggetto di aumenti sulle tariffe dei rinnovi che hanno ottenuto l’effetto opposto rispetto agli attesi maggiori introiti, oneri di urbanizzazione, su cui si stanno mancando persino le stime prudenziali del preventivo 2017, e contravvenzioni, che perlomeno grazie ai nuovi ausiliari stanno confermando la crescita di entrate.