Bilancio «lacrime e sangue». Ma passa senza scossoni

Approvato in Consiglio con 15 voti a 8. Il nodo della Tari

Bilancio «un po’ lacrime e sangue», ma la maggioranza è compatta. «In 15 anni, una delle votazioni sul bilancio più tranquille» ammette il capogruppo della Lista Antonelli . E il Pd attacca l’assente ex sindaco . Alla fine il tabellone elettronico segna 15 voti a 8, vale a dire tutti quelli della maggioranza, escluso quello dell’ex sindaco Farioli, assente come aveva preannunciato. Il bilancio passa, senza grandi scossoni.

Anche perché, in fin dei conti, l’opposizione ha rivolto le accuse più pungenti ai predecessori della giunta Antonelli. Accusati, sia dal Pd che da Busto al Centro, di «non aver aumentato l’addizionale Irpef quando si poteva». Tanto che è stato lo stesso sindaco Antonelli ad intervenire in difesa dell’amministrazione Farioli: «I cittadini, che hanno beneficiato della bassa pressione fiscale, dovrebbero ringraziare l’amministrazione precedente».

Del resto l’incremento dell’addizionale Irpef è solo rimandato, a quando il governo sbloccherà la possibilità di rivedere al rialzo le aliquote dei tributi locali: nel bilancio pluriennale, per il 2018 e 2019, la voce di entrata sull’Irpef, come “scovato” da (Pd) salirà del 75%. L’aumento che si farà sentire già quest’anno è quello della Tari, la tariffa rifiuti. Spiegato da Antonelli con «maggiori costi» per Agesp, per i crediti di dubbia esigibilità e per il personale amministrativo. «Sono convinta che farà di tutto per migliorare i servizi e diminuire gli sprechi» il voto «di fiducia» di (Forza Italia). «Preoccupa soprattutto quello che va ad incidere su commercianti, industrie e artigiani, tra il 12 e il 13% – fa notare il capogruppo di Busto al Centro – con il rischio di far chiudere attività. Almeno si migliori il servizio, verificando la voce di un certo disordine organizzativo in Agesp».

Castiglioni, che parla di «un bilancio fragile e provvisorio», punta il dito contro «l’errore del passato nel non aver mai voluto agire sull’addizionale Irpef. Trovandoci oggi cornuti e mazziati». Un concetto che ribadisce ancor più chiaramente la capogruppo del Pd , leggendo l’assenza di Farioli come «l’indice del fallimento di una certa politica. Si è continuato a travasare somme impoverendo le partecipate che per anni sono state la cassa depositi e prestiti della macchina comunale, senza mai attivare politiche progettuali per la città, pensiamo ai proclami sull’area delle Nord, e alla fine i nodi sono venuti al pettine».

Sulla stessa lunghezza d’onda Brugnone (Pd), che sintetizza così: «Non è un bilancio costruito per il rilancio e la crescita di Busto, ma solo per tappare i buchi che la precedente amministrazione le ha lasciato. E che non si è nemmeno presentata in aula». E se per dei Cinque Stelle «manca una visione di città», la maggioranza va come un treno. O una caserma. (Busto Grande) annuncia il ritiro degli emendamenti «per spirito di unità e compattezza a sostegno di una giunta che ci piace». E se il bilancio è «un po’ lacrime e sangue», Antonelli «sta lavorando bene, non saremo noi a fargli uno sgambetto».