Blitz di Striscia in tribunale. «Vero, abbiamo un problema»

Max Laudadio si intrufola da una porta antincendio non allarmata

Nuovo blitz di Striscia la Notizia al tribunale di Busto Arsizio: l’inviato Max Laudadio riesce ad intrufolarsi nel Palazzo di Giustizia passando da una porta antincendio non allarmata.
Il procuratore capo Gianluigi Fontana ammette: «Il problema purtroppo esiste. Ma ho già disposto l’acquisto di una telecamera per monitorare quell’accesso».
L’inviato di “Striscia” Max Laudadio colpisce ancora al Tribunale di via Volturno. Un anno fa aveva fatto scalpore quando era riuscito a far entrare un suo complice nel palazzo della Procura con una pistola,

mentre la guardia giurata al metal detector era distratta.
Stavolta la denuncia del Tg satirico riguarda un altro problema di sicurezza della struttura. Perché Max Laudadio con la sua troupe ha scovato un’altra falla nel sistema di sorveglianza degli accessi al tribunale. Si tratta di una porta antincendio non allarmata, che può diventare un comodo passaggio per far accedere chiunque al Palagiustizia senza passare dai metal detector dell’ingresso.
Una porta laterale, che spesso rimane aperta con i dipendenti del tribunale che stazionano all’esterno per fumare una sigaretta. Lo stratagemma con cui la troupe di Striscia ha aggirato la security del tribunale è stato semplice: una persona è entrata regolarmente passando per i metal detector, poi però si è recata alla porta non allarmata e l’ha aperta facendo entrare il suo potenziale complice.
Questo in sintesi il servizio che andrà in onda a breve sugli schermi di Canale Cinque, riportando anche la breve conversazione che Max Laudadio ha avuto subito dopo il blitz con il presidente vicario del tribunale e il procuratore capo Gianluigi Fontana.
Quest’ultimo, interpellato, ammette che «il problema è reale ed era sfuggito a tutti quanti. Ma è una delle conseguenze di un palazzo di giustizia costruito senza pensare all’antintrusione, quando i problemi di sicurezza non erano ancora così sentiti come adesso. È un dato di fatto».
Il tema peraltro era già stato messo all’ordine del giorno della conferenza permanente dallo stesso procuratore capo, che aveva proposto l’acquisto di telecamere per la sorveglianza delle porte antincendio non allarmate. «In passato avevo seguito un problema analogo per le porte vicino all’aula Gip e all’aula del tribunale, che erano state sistemate dal Comune con un’inferriata che chiude in automatico le porte antipanico – sottolinea Fontana – la soluzione radicale sarebbe ristrutturare tutto il sistema di allarme dell’intero edificio, procura e tribunale, allarmando le uscite di sicurezza, ma sarebbe alquanto costosa. Così cercheremo di risolvere il problema con le telecamere».