«Busto? Come Newark…». Il gran rifiuto di Gioni

Come già Mina, il curatore Massimiliano Gioni smonta la città

Nati a Busto Arsizio, ma ingrati: il curatore “smonta” la sua città come già Mina. «Venire dalla provincia mi ha reso più affamato – ha dichiarato a “Il Giornale” – il fatto di essere nato a Busto Arsizio mi ha spronato a immaginare un mondo più grande». L’assessore alla promozione del territorio , sua compagna di scuola, lo invita: «Mi dia una mano a rilanciare Busto».

È proprio uno che a Busto è nato e cresciuto e che è una vera eccellenza bustocca, come Massimiliano Gioni, già direttore della Biennale di Venezia nel 2013 e attualmente direttore artistico della Fondazione Nicola Trussardi di Milano e del New Museum of Contemporary Art di New York, ad esprimere parole non troppo lusinghiere nei confronti della città che ha lasciato a 15 anni, quando vinse una borsa di studio che gli consentì di frequentare un liceo in Canada.

Alla domanda della giornalista de “Il Giornale” , se «venire dalla provincia l’ha resa più affamato», Gioni risponde così: «La cosa più bella della piccole città è che le vuoi lasciare presto, dice Andy Warhol. Il fatto di essere nato a Busto Arsizio mi ha spronato a immaginare un mondo più grande. Quindi sì, in parte è vero». Gioni, che a Busto torna ormai solo per le “feste comandate” dai suoi familiari, è solito paragonare la sua città natale a «Newark, nel New Jersey, altrettanto anonima e vicina a un aeroporto». Non proprio un complimento. Già Mina, nata a Busto Arsizio, non ha mai avuto parole di affetto per la città.

Il rischio è che poi, al di là de #ilbellodivivereaBusto, la città faccia fatica a scrollarsi di dosso gli stereotipi da film di Pozzetto o di Villaggio, quello di “Io no spik inglish” che definiva Busto Arsizio «agghiacciante».

Ma l’assessore alla promozione del territorio Paola Magugliani prova a guardare quello di Gioni come sprone: «Con Gioni ho studiato al liceo, ho seguito il suo percorso viaggiando anch’io, ma rimanendo radicata al mio territorio. Anch’io come lui sono allergica al campanilismo, ai personalismi, al provincialismo. L’ho dimostrato col mio operato, non mi piace rassegnarmi alle realtà, se vedo qualcosa che non mi piace faccio di tutto per cambiarla. Quindi chiedo a lui, quando passerà di qui, o anche da dove sta, di aiutarmi a rilanciarla questa Busto. Se non si ha il coraggio di provare a cambiare, niente cambierà. La nostra mitica prof di greco ci ha insegnato ad andare oltre le colonne d’Ercole, siamo così curiosi del mondo ed è stupendo, ma il vero senso del viaggio di Ulisse si è compiuto solo tornando alla sua petrosa Itaca, e scacciando i proci…»