«Busto, credi nell’ospedale unico»

L’assessore Tovaglieri e le verità sull’opera: «Un volume d’affari da 500 milioni per la città»

Il nuovo ospedale preoccupa due quartieri, l’assessore all’urbanistica rassicura: «Siamo impegnati per portare a casa il miglior risultato per Busto». Tra Beata Giuliana e San Giuseppe, ma anche tra i cittadini di Busto e Gallarate, il progetto del nuovo ospedale suscita preoccupazioni e perplessità.

Deduco che il messaggio sia filtrato male. La gente non ha ancora capito bene quest’operazione ma alla prima riunione, e ancora non si sapeva se l’ospedale unico si faceva, i medici erano compatti nel sostenerne la necessità.


Che non è un’opera appannaggio della politica. La politica si è messa a disposizione recependo un’istanza dei medici: io stessa ho fatto pressing per tenere l’opera sul nostro territorio, non per una questione di campanile ma per l’indotto che può generare un’operazione per cui la Regione valuta un volume d’affari da 500 milioni tra costruzione e indotto.

Penso ad un incontro pubblico, in cui non sarà la politica ma i tecnici, dal direttore generale dell’Asst al comitato dei primari, a spiegare i cambiamenti. Il sindaco, che è pragmatico, suggerisce di organizzarlo dopo la firma dell’accordo di programma, a dicembre, per poter illustrare cosa sorgerà esattamente a Beata Giuliana e cosa rimarrà sull’attuale sedime. Capisco che quelle dei cittadini sono domande che necessitano di rassicurazioni, che ancora non possono essere puntuali.

In primis, che le nuove infrastrutture non creino disagio al quartiere, ed è innanzitutto nell’interesse della Regione stessa che fa di questo progetto il suo fiore all’occhiello e che ci sta dando molta disponibilità. Ma la preoccupazione principale è per l’area dell’attuale ospedale, molto più grande di quella di Gallarate, che può prestarsi ad una riconversione in termini di edilizia speculativa. Il dg Brazzoli ha presentato un progetto: non posso rivelarlo nel dettaglio perché sta alla Regione valutarlo ed eventualmente accoglierlo, ma posso dire che è risolutivo, nell’ottica di evitare futuri problemi per la città e garantire il mantenimento dei servizi.

Se passasse il piano di Brazzoli, si tratterebbe di servizi di impronta sociosanitaria. In ogni caso, puntiamo a riempire l’area di pubblici servizi, perché alcuni immobili sono riutilizzabili da subito.


Quelle di Malpensafiere e Gallarate erano più ampie, ma sulla base delle valutazioni fatte la Regione ha scelto espressamente questa, quindi evidentemente il dimensionamento è adeguato. Probabilmente anche nell’ottica di limitare il consumo di suolo, sviluppando l’ospedale più in verticale che in orizzontale.