Calcutta Arsizio. Ancora per quanto?

Il quartiere attorno alla stazione Fs insorge: «Da vent’anni chiediamo aiuto. Serve un presidio fisso»

Ex scalo merci alla stazione Fs, degrado senza fine. Cancelli sempre aperti, incendi ripetuti nel capannone ricettacolo di abusivi, bivacchi alla luce del sole: qualcuno interverrà per porre fine a questa spirale di degrado? L’edicolante dello scalo di piazza Volontari della Libertà, , non sa più in che lingua chiederlo: «Occorre al più presto un presidio fisso e costante della zona. La situazione non può più essere lasciata allo sbando».

Giovedì sera l’ennesimo incendio, all’interno del capannone principale dell’ex scalo merci. I segni dei roghi sono ancora visibili, in più punti. Perché negli ultimi mesi è già successo diverse volte che i vigili del fuoco dovessero intervenire per domare le fiamme. Come sono ben visibili i segni delle presenze abusive all’interno della struttura. Sacchi di rifiuti, coperte, una stufetta portatile. Sul retro della struttura ci sono resti di biciclette rubate e di altra mercanzia che viene portata qui.

Il problema si starebbe aggravando da quando, in concomitanza con il cantiere per la realizzazione degli ascensori, «il cancello dell’ex scalo merci ormai è quasi sempre aperto», come fa notare un residente della zona. Non che il cancello chiuso abbia mai frenato gli accessi, anche perché le richieste di recintare l’area abbandonata per impedire l’abusivismo non sono mai state prese in considerazione.

Il degrado comunque è una costante in questa area, in passato ribattezzata “Calcutta Arsizio” dai volontari che assistono i senzatetto.

L’apertura del rifugio per i clochard, pur regolarizzando almeno in parte alcune presenze, non ha risolto i problemi di degrado degli spazi abbandonati dell’ex scalo merci. Il cui futuro, oltretutto, continua ad essere un grosso punto di domanda, visto che ad una decina d’anni da un progetto di riqualificazione (con palazzi, uffici e alberghi) mai decollato, tra Comune e società del gruppo Ferrovie dello Stato si sono di fatto interrotte le comunicazioni.

Così resta il grido di dolore degli operatori dello scalo, ma anche dei pendolari, costretti ad assistere a risse a colpi di cinghiate, come successo qualche sera fa, e a dover sopportare bivacchi e presenze poco edificanti che rappresentano «un pessimo biglietto da visita per la città – lamenta da anni Forestieri – nel disinteresse generale, e colpevole, delle istituzioni».

Le forze dell’ordine, dalle pattuglie di polizia e carabinieri agli agenti della polizia locale, «intervengono spesso, non c’è niente da dire, e dobbiamo ringraziarle – ammette l’edicolante – fanno quello che possono per tamponare i problemi, sono sempre tempestivi quando ci sono emergenze. Ma non basta più: qui bisogna prevenire». E torna d’attualità la richiesta, ribadita da quasi dieci anni, di un presidio fisso in stazione: che sia la polizia ferroviaria, la polizia locale o qualche associazione di militari in congedo, come si era parlato tempo fa, poco importa.